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L’ultimo caso riguarda un agente immobiliare accusato di aver drogato una coppia per stuprare una donna. Ma di violenze a cinque stelle nella civilissima Milano se ne contano sempre di più: nel passato recentissimo i nomi di Alberto Genovese, Antonio Di Fazio, Paolo Massari avevano già scosso il mito del capoluogo lombardo e delle sue mille luci. Ora si aggiunge il nome di Omar Confalonieri, agente immobiliare di lusso con l’ufficio in via Montenapoleone 8 a tirare una mazzata al mito milanese come fece il libro di Jay McInerney su quello newyorchese.

Perché Milano, proprio nel suo cuore, sembra un posto sempre meno sicuro per le donne. Soprattutto se giovani e belle, sebbene l’avidità sessuale nelle sue estrinsecazioni violente ormai non abbia limiti: vengono avvicinate e affascinate con il potere dei soldi, della vita nei locali alla moda e dei parties super esclusivi come a Terrazza Sentimento di Genovese, per poi trovarsi in un tunnel di violenze senza pari. E fino alle feste di Genovese o alla vita alla moda di giornalisti e politici come Massari e di finti agenti segreti come Di Fazio, si poteva pure chiudere il discorso consigliando alle donne di non frequentare quelli che una volta venivano definiti i “rampanti”.

Ora però pure andare a comprare una casa è pericoloso nel centro di Milano a vedere l’esempio di Omar Confalonieri. Perché in questo caso non c’è stata nessuna festa o festino, manco una cena elegante come le tante viste sotto la Madonnina. Solo l’intenzione di due persone normali di acquistare un posto dove vivere, con il risultato di vivere invece la violenza dello stupro. Un segno pesante per la reputazione di tutte le attività commerciali di lusso di via Montenapoleone e del centro più esclusivo della città, dove è prassi consolidata, proprio perché si tratta di commercio di lusso, offrire da bere e da mangiare qualcosa ai possibili clienti.

Confalonieri potrebbe dunque aver lanciato un grosso sasso nello stagno, perché ora la semplice offerta di un caffè verrà vista con occhi molti diversi da chi entra nei negozi di alta gamma milanesi. Infatti secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine e dalla Procura di Milano, l’uomo avrebbe incontrato la coppia a inizio ottobre. Dopo essersi recati in un bar, avrebbe provveduto a prendere dal bancone due bicchieri di spritz e sciolto della droga che avrebbe così narcotizzato i due. Dopo averli portati in casa, e aver lasciato l’uomo sul letto, avrebbe violentato la donna. Un sequestro durato otto ore, in seguito alle quali i due si sono recati in ospedale per dei malori che avevano accusato. Almeno la figlia di pochi mesi, presente durante la narcotizzazione, sarebbe stata risparmiata secondo i medici che l’hanno visitata.

Tra l’altro dopo l’arresto dell’agente immobiliare altre due donne si sarebbero fatte avanti per episodi simili a quest’ultimo accertato dalla polizia. Ed è anche emerso che Confalonieri non sarebbe nuovo a questo genere di azioni: aveva già affrontato un percorso di rieducazione dopo un episodio di violenza e sembrava recuperato alla società. Invece, stando alle ultime indagini, pare che quel percorso non abbia funzionato.

Resta da vedere cosa succederà più avanti, ma per Milano è ora di interrogarsi su quale sia la natura della città perché non è solo nelle situazioni esclusive che si concentra la violenza: in tutti i luoghi della così detta movida si continuano a conteggiare aggressioni e violenze di ogni genere. Dai Navigli e la Darsena dove i rapinatori ormai usano pure i cani per derubare i passanti, a corso Como dove tra droga e alcol vengono continuamente segnalate risse e molestie alle ragazze tanto da costringere i commercianti di zona a chiedere una stretta alle regole della movida al Comune di Milano. Ma non si salva nessun luogo famoso anche oltre i confini cittadini. La lista dei presunti colpevoli è come sempre molto lunga, ma il fatto incontestabile è che la violenza stia dilagando in un modo nuovo, forse non arrestabile. Persino corso Buenos Aires è diventato il cuore delle manifestazioni anti green pass.

I fiori del male che stanno prosperando a Milano sembrano avere un terreno troppo fertile per essere recisi stabilmente. O almeno disinfestati. Perché la città che insegue il divertimento e lo sballo con pervicacia, o si organizza, o diventa una sorta di girone dantesco.

Una gigantesca orgia di vizi senza scopo alcuno da cui sarà difficile riemergere, perché se il lavoro e la fama di città del lavoro hanno reso Milano un unicum in Italia, il cazzeggio all’ennesima potenza e la fama di città dei soldi facili per il “divertimento” rappresentato dalle droghe e dalla violenza potrebbero affossarla del tutto. Una fine simile a quella di Genovese: da super ricco che pensava di veder raccontata la propria vita nei libri di storia, a galeotto disprezzato da tutti con la sua biografia scritta nei verbali delle forze dell’ordine e un futuro per sempre segnato dalla fama di stupratore di ragazze.


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