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Turisti per le strade di Napoli

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QUELLA del 2022 è la Napoli dei record, del miracolo economico, della ripresa turistica. Il boom c’è, ma mancano i lavoratori. La Napoli rischia di farsi trovare impreparata per le enormi occasioni di guadagno prospettate dal grande flusso turistico. Manca all’appello un esercito di dipendenti, nei diversi settori dell’accoglienza della Campania, e in particolare di Napoli e provincia. E’ il grande paradosso della stagione estiva 2022, la prima post-pandemia, caratterizzata da un afflusso di visite all’ombra del Vesuvio che sta superando le più rosee aspettative.

L’economia, anche indiretta, risale e le previsioni per l’estate sono molto confortanti. E’ quanto emerge anche dall’analisi condotta del Centro Studi di Confesercenti Campania. Basti pensare che dal 2 al 5 giugno sono stati oltre 150mila i turisti arrivati in città, per un incasso di oltre 19 milioni di euro per le sole attività alberghiere ed extralberghiere (sono 8mila le strutture ricettive aperte in Campania in questi giorni). Il fatturato totale sale fino a 50,7 milioni di euro in virtù degli introiti dell’indotto (commercio, bar, ristoranti, artigianato, servizi accessori al turismo), con una spesa media per turista di 50 euro. Napoli è ancora una volta in cima alle preferenze, con una presenza di quasi 110mila turisti, con un incasso di 34,9 milioni di euro (13,1 dalle strutture ricettive e 21,8 dall’indotto).

Nello specifico in Campania, nei primi giorni di giugno, secondo il centro studi di Confesercenti, la capienza media è di 70 persone per le 1.200 attività alberghiere attive e di 10 per l’extralberghiero (6.800 strutture aperte). «I dati sono ancora una volta confortanti, anche in vista dell’estate» dichiara Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno.

«Come diciamo da tempo – aggiunge Schiavo – il turismo è il motore trainante dell’economia della nostra regione e per questo motivo dobbiamo rendere sempre più accogliente ed efficiente il nostro territorio. In questo senso spingiamo affinché nell’utilizzo dei fondi del Pnrr debbano assolutamente rientrare i progetti per rendere le nostre città sempre più smart e tecnologiche, per aumentare la sicurezza, per migliorare le infrastrutture. Ad esempio sarebbe importante avere un decoro urbano migliore, con luci, videosorveglianza e bidoni della spazzatura a scomparsa. O per garantire una flotta adeguata di mezzi pubblici e corse anche nei giorni festivi».

PREFETTURA E COMUNE A CACCIA DI LAVORATORI

Il problema immediato da affrontare è quello della mancanza di personale. Il Comune di Napoli si sta attivando per favorire nuove opportunità di lavoro nel settore turistico-alberghiero. Su iniziativa del prefetto di Napoli Claudio Palomba e dell’assessore al Lavoro del Comune partenopeo Chiara Marciani, si è svolto infatti un incontro con i rappresentanti delle associazioni datoriali Confcommercio, Confesercenti, Unione degli Industriali e Anpal Servizi (la società in house del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che opera nel campo delle politiche attive del lavoro) per discutere delle criticità dell’offerta di lavoro nel settore turistico-alberghiero.

L’iniziativa prende le mosse dalle recenti notizie sulle difficoltà di reperire personale da impiegare nelle imprese che operano in questo settore (alberghi, b&b, ristoranti, stabilimenti balneari, ecc.). Il grido d’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria, le quali registrano il paradosso che, ad una consistente ripresa del turismo, faccia da contraltare una notevole carenza di lavoratori, che solo nella città di Napoli ammonta a circa 6mila.

Il tavolo di lavoro si è prefissato di percorrere ogni possibile soluzione che favorisca l’incrocio di domanda ed offerta di lavoro, “attraverso una metodologia che contempli azioni di breve come di medio e lungo periodo, quali: il coordinamento tra tutti gli attori pubblici coinvolti e le organizzazioni di rappresentanza; l’organizzazione di momenti formativi e informativi finalizzati a far conoscere capillarmente le offerte di lavoro presenti nel settore; la promozione di percorsi didattici specializzanti nel campo dell’istruzione e della formazione; la predisposizione di proposte di interventi normativi che rendano più efficaci le misure di politiche attive, coniugandole con le reali esigenze del mercato del lavoro».

All’incontro hanno partecipato: per Confcommercio Napoli il presidente Carla della Corte; i presidenti di Federalberghi, Giuseppe Porcelli e della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Massimo Di Porzio; il presidente di Confesercenti Napoli, Vincenzo Schiavo; per l’Unione degli Industriali di Napoli, la delegata del Presidente per il settore turismo, Gianna Mazzarella e, per Anpal Servizi il direttore dell’Area Sud ionica, Michele Raccuglia.

L’assessore Marciani ha evidenziato «la disponibilità a favorire l’avvicinamento al mondo del lavoro specialmente dei soggetti fragili e svantaggiati, attingendo da tutti i canali formali quali i centri per l’impiego, le agenzie per il lavoro, le scuole, le università ed il servizio sociale professionale. Ricordo, a tal proposito, che il Comune di Napoli è autorizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a svolgere attività di intermediazione. In ogni caso – aggiunge Marciani – massimo deve essere lo sforzo collettivo per la diffusione della cultura del lavoro regolare e della coscienza dei diritti del lavoro. L’obiettivo della cabina di regia è dare una risposta concreta al settore turistico favorendo al contempo serie opportunità lavorative».  

BOOM TURISTICO

«Napoli attrae sempre più turisti: dopo il boom di presenze già dal primo weekend di maggio, quando in città si sono contate oltre 97mila presenze, si registra un trend in crescita visti i 110mila visitatori in città in questi giorni, con un incremento anche di notti trascorse nelle strutture ricettive. Napoli piace e ne beneficia sinergicamente l’intero indotto». L’assessore al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli Teresa Armato esprime soddisfazione da tutti i porti nel commentare i dati diffusi dalle associazioni di categoria in riferimento alle presenze cittadine e agli incassi della filiera (34.9 milioni tra strutture ricettive e indotto).

Non è un turismo mordi e fuggi: le strutture ricettive registrano ora lunghe permanenze anche di 4 notti rispetto alle 2,7 del 2019. In città stanno arrivando molti italiani ma soprattutto stranieri, con una forte presenza di europei. E anche l’età dei turisti si è abbassata: sempre più giovani affollano musei e luoghi d’arte, come le Catacombe o il tesoro di San Gennaro, attratti anche dalle tante strutture dell’indotto (ristorazione, bar, street food, artigianato).

LA GRANDE ESTATE CON L’ALLARME PERSONALE

Napoli e la Campania sono invasi da turisti, ma ci sono grosse difficoltà a reperire personale.  Il problema della penuria di personale affonda le radici in fattori diversi, di natura sociale, culturale, pandemica e fiscale. Di fatto, però, resta il gioco facile per il lavoro nero. E resta l’indotto in fumo per gli imprenditori del settore trainante dell’economia del territorio. I dati di Confcommercio Campania sui pubblici esercizi non lasciano spazio a interpretazioni. Sono oltre 6mila i dipendenti in meno nelle sale dei ristoranti, negli alberghi e nei bar napoletani.

Numero che sale a 12mila se si considera anche la provincia. Nel dato si calcolano tutti i settori relativi alla ristorazione: baristi, pizzaioli, cuochi e camerieri. Discorso analogo arriva da Abbac, l’associazione di categoria di b&b e affittacamere. Su circa 1000 associati partenopei, mancano 600 operatori. Oltre 4mila nelle 8mila strutture della provincia: si tratta di personale addetto alla pulizia delle stanze, ragazzi e ragazze col ruolo di accogliere i turisti per check-in o check-out. Più che di disoccupazione, insomma, si parla di inoccupazione. E il discorso riguarda diverse figure professionali dell’accoglienza: oltre ai camerieri, c’è mancanza di facchini, colf, portieri.

Le cause del deficit sono diverse. «Abbiamo chiesto al governo di riprendere il voucher – spiega Agostino Ingenito, presidente di Abbac – Il voucher, infatti, consentiva ai lavoratori di essere chiamati con paga oraria e contributi: per un’ora di pulizia si acquistava un voucher dal tabaccaio. Il 70% dei dipendenti occasionali dei b&b si organizzava in questo modo. Nel 2020 il governo lo eliminò, perché riteneva che ci fossero stati abusi nell’utilizzo del voucher. Resta il contratto a chiamata, che al datore di lavoro costa di più. Stiamo dialogando con le agenzie interinali per risolvere il problema, ma i b&b raramente raggiungono i requisiti minimi di dipendenti per imbastire trattative».

«La difficoltà nel trovare personale nel mondo turistico sta colpendo anche Napoli – spiega Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli – Non si tratta solo di un fenomeno stagionale. Durante l’emergenza Covid molte persone hanno cercato altri impieghi, soprattutto nell’edilizia, e il nostro settore ha perso attrattiva: il problema spesso non riguarda la remunerazione ma proprio il tipo di lavoro. Ne sta risentendo soprattutto la parte relativa alla ristorazione, con carenza di camerieri e di cuochi, ma mancano anche addetti al ricevimento e portieri notturni».

SOS BAGNINI

Con l’inizio di stagione ormai alle porte pochi i bagnini anche a Napoli e provincia, secondo il Sindacato italiano balneari (Sib), «mancano 2.500 bagnini su circa 1.200 stabilimenti». «Nelle aziende a gestione familiare – spiega Mario Morra del Bagno Elena a Posillipo – si cerca di rimediare mettendo al lavoro un parente». Ma qual è il motivo di tanta penuria? «Tanti giovani chiedono di non lavorare nel weekend – sottolinea Morra – cioè nei giorni in cui ne avremmo più bisogno. Anche il reddito di cittadinanza incide molto, ma non spiega da solo questo esodo dal lavoro».


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