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Sara Cunial

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C’è una parlamentare della Repubblica (fino a prova contraria) che, con il suo volto etereo da maestrina di sci della Turingia, il sorriso affilato e l’animo d’un forzanuovista appena uscito dall’elettrochoc, passa il tempo ad allestire la resistenza No Vax contro i complotti del Nuovo Ordine mondiale. Il suo nome Cunial, Sara Cunial.

Cunial sta alla politica come Gabriele Paolini, il disturbatore che impalla le telecamere, sta alla tivù: lo vedi sempre che fa casino ma non si capisce mai bene il perché.

Padana veneta di Bassano del Grappa, classe ’79, di professione (pare) chimica, particolarmente portata ad essere espulsa dai pubblici consessi, Cunial vanta come lo Zenith della propria carriera politica la sua cancellazione da Facebook per estremismo e la cacciata dal Movimento 5 Stelle (ora sta nel Gruppo Misto), avvenuta per due volte causa eccesso di fanatismo antivaccinale.

La sua carriera, per inciso, è assai ricca. Dentro ci trovate di tutto. L’oltraggio e la minaccia a pubblico ufficiale; le dichiarazioni sulle vaccinazioni come un «genocidio gratuito» in un forma di eutanasia di massa e sulla nocività delle mascherine; la negazione completa della pandemia da Covid sullo stile del negazionista David Irving con l’Olocausto; vari interventi alla Camera per sostenere che il vaccino antiinfluenzale fa venire il Covid (che poco prima, per lei, non esisteva); i frequenti tentativi pubblici di vilipendio al Presidente della Repubblica.

E la denuncia di un complotto mondiale che prevede connivenze delle multinazionali farmaceutiche, gli Ogm, la tecnologia 5G, forse anche il gruppo Bilderberg e le frasi sataniche lette al contrario nei dischi dei Led Zeppelin. Cunial, gonfia d’etere, vola alto. Fiera, orgogliosa, impavida. Salvo essere fermata dalla polizia durante un picnic di Pasquetta in lockdown giustificandosi con un “sono un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni, sto andando al mare”.

In pratica: Lei non sa chi sono io. Poi la polizia ha imparato a conoscerla; e ramai, ogni volta che l’onorevole si palesa all’orizzonte, questurini e soprintendenti, alzando le braccia al cielo, e hanno sempre il fastidioso sentore di un pipistrello nelle mutande.

Cunial è infaticabile; ha eletto domicilio in un albergo di Bolzano il cui proprietario non rispettava le norme anti-Covid, ma alla fine il proprietario s’è vaccinato e lei è rimasta su una strada. Poi si è barricata -come David Crockett a Fort Alamo- in Regione Lazio contro l’uso del Green Pass, coinvolgendo nell’occupazione del palazzo deserto un collega ignaro che sostava alla macchinetta del caffè. Poi si è beccata le sberle della Corte Costituzionale che lesi stessa aveva incautamente coinvolto per la presunta illegittimità dei decreti da emergenza da Covid.

Infine, mai paga, ecco la perla. Cunial, con la complicità del deputato Andrea Colletti, sfruttando un buco dei regolamenti, riusciva ad entrare a Montecitorio senza Green Pass “per rappresentare coloro disposti a dare la vita pere verde riconosciuti i propri diritti e la propria libertà”. L’hanno isolata, come si faceva per i matti, nell’ala alta dell’edificio, in attesa dell’ennesima espulsione.

Lei, per riflesso pavloviano, si è comunque barricata dentro, in attesa di gridare al mondo la sua rabbia, sfornare comunicati contro Draghi, la Commissione Europea, Conte e Big Pharma. Più che cercare di snidarla, io suggerirei un paio di lucchetti…


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