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La toga di un avvocato in un’aula di Tribunale

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C’è malcontento nella Camera penale di Bari. Ed è presto spiegato: alla richiesta all’unisono di modificare le attuali modalità di accesso e, quindi, soltanto su appuntamento, il presidente del Tribunale ha confermato, in modo inequivocabile che «lo stato di emergenza è in atto fino al 31 dicembre».

Nulla di fatto quindi mentre, secondo gli avvocati penalisti baresi, i disagi crescono a dismisura nell’organizzazione del lavoro quotidiano. Da qui la decisione di adottare nuove iniziative, anche rilevanti: la Camera penale di Bari ha proclamato lo stato di agitazione perché «in controtendenza rispetto alla disponibilità sempre dimostrata dai presidenti di sezione e dal procuratore, la presidente del Tribunale ha risposto alla nostra richiesta di modifica delle modalità di accesso agli uffici giudiziari penali con la seguente frase: “Visto, allo stato l’emergenza è in atto sino al prossimo 31 dicembre”.

A seguito di tale atteggiamento – spiegano i penalisti baresi – che pare orientato ad inibire il prosieguo di una proficua interlocuzione con i capi degli uffici, abbiamo proclamato lo stato di agitazione. E’ un dato di fatto ormai acclarato – proseguono gli avvocati penalisti – il radicale ridimensionamento della pandemia che oggi, almeno in Italia, sembra essere sotto controllo e ciò determina l’esigenza di ripensare agli schemi e alle modalità di esecuzione delle procedure di contenimento».

Insomma, per i penalisti ci sarebbero tutti i presupposti per rimodulare le regole post Covid. «Le nostre richieste, che mirano al riconoscimento di un generalizzato accesso libero degli avvocati agli uffici giudiziari, cancellerie e segreterie comprese – spiegano ancora dalla Camera penale – hanno un fondamento normativo», richiamando il decreto legge 127/2021, entrato in vigore il 15 ottobre, «i cui principi e le cui intenzioni hanno ispirato le nostre richieste. Questo decreto è finalizzato ad assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde Covid-19 e il rafforzamento del sistema di screening».

In conclusione – secondo gli avvocati della Camera penale – si dovrebbero adottare anche in tribunale le regole applicate in tutti gli uffici pubblici e privati che attraverso l’uso della carta verde hanno assicurato una normale ripresa delle attività lavorative.

La presa di posizione degli avvocati giunge dopo oltre un anno e mezzo vissuto in condizioni estremamente difficoltose, provocate dalla pandemia, senza contare quelle già esistenti in precedenza. Un’emergenza che, ora, sembra aver allentato la morsa, determinando anche una rivisitazione degli accessi ai luoghi pubblici e privati.

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