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Foto d’archivio delle proteste contro i doppi turni a scuola

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UNA decisione attesa che non sembra però accontentare tutti. Soprattutto nel mondo della scuola e tra i sindacati, che chiedevano un ritorno immediato alla normalità. Dal mercoledì 3 novembre, subito dopo il ponte di Ognissanti, gli istituti superiori di Bari e provincia torneranno a fare il loro ingresso a scuola in un unico orario, alle 8. Fino a quella data si proseguirà col doppio turno sancito dalla stessa prefetta Antonia Bellomo, che ieri ha annunciato il ritorno a un unico ingresso, lo scorso 6 settembre. Entrata alle 8 per il 75 per cento degli studenti e alle 9 e 40 per la restante parte.

Un provvedimento preso per far rispettare le misure antiCovid e i limiti di capienza all’80 per cento nel trasporto pubblico, che ha provocato le scorse settimane proteste, manifestazioni, cortei, lettere e sit-in da parte di studenti, sindacati e presidi.
«Considerato che i dati dei contagi si mantengono in un range abbastanza contenuto e che la campagna vaccinale ha raggiunto nel nostro territorio percentuali elevate, – ha spiegato la prefetta – proveremo ad andare incontro a questa esigenza espressa dal mondo della scuola e pensare ad un orario unico. Stando ai dati forniti dalla Asl, attualmente le classi in quarantena sono 6, 4 in scuole superiori e 2 elementari. Per tornare al turno unico, occorrerà spostare l’implementazione dei mezzi che avevamo al secondo turno sulla fascia oraria del primo turno.

L’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia ha preso atto della decisione dichiarando che la Regione sarà pronta a far fronte alla situazione. A spingere per un ritorno non immediato al turno unico (l’ipotesi sul tavolo era quella di lunedì 18 ottobre) sono state le aziende dei trasporti che dovranno organizzare l’offerta e mettere a disposizione lavoratori e mezzi. L’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass a partire da domani aveva per questo destato preoccupazioni perché potrebbero da subito non essere a disposizione maestranze, autisti e macchinisti, sprovvisti del certificato verde. A ciò si aggiunge la necessità di un aumento di bus e treni di circa il 40 per cento, secondo i calcoli di Matteo Colamussi, presidente del consorzio delle aziende del settore Asstra.

La data per il rientro a turno unico divide comunque i sindacati. Mentre la Cisl si dice soddisfatta della nuova decisione, Cgil e Uil puntano il dito su ciò che andava fatto per tempo. «Restano incomprensibili – dichiarano Claudio Menga e Ezio Falco della Flc Cgil – i motivi che hanno indotto i componenti del tavolo prefettizio ad adottare una scelta così drastica e prorogata, peraltro, sino a tre novembre. In particolare non si comprende cosa giustifichi la misura dell’ingresso posticipato alle 9,40 per il 25 per cento della popolazione scolastica fino al tre di novembre atteso che, da quella data, la capienza dei mezzi di trasporto rimarrà comunque limitata all’80 per cento della capienza massima di ciascun mezzo.

Come dire – aggiungono – davvero è credibile che al 75 per cento di capienza scatta l’obbligo dello scaglionamento mentre con l’80 per cento di capienza, limite per altro già preesistente, si possa giustificare il ritorno al turno unico? E soprattutto: è davvero impensabile che dal 3 novembre e sino alle festività natalizie, non si possa garantire – se non altro a titolo risarcitorio e, soprattutto, di maggior sicurezza – un raddoppio delle corse per studentesse e studenti? I conti, sinceramente, continuano a non tornare». A loro si aggiunge Giovanni Verga della Uil scuola: «Non siamo assolutamente soddisfatti, si prende tempo per tranquillizzare gli animi.

Ormai anche questo, come i presidi sanitari, è diventato un gioco al rinvio perché si era detto che il turno unico sarebbe ripartito in ottobre e ora slitta a novembre, con buona pace di tutti i partecipanti al tavolo. Continuiamo a non comprendere le ragioni concrete di queste decisioni, se è vero che i mezzi aggiuntivi di trasporto ci sono. A questo punto, insistiamo col chiedere di slittare il doppio turno di 30 minuti – conclude – fino all’avvio del turno unico, ovvero fino a novembre».

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