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L’ingresso del pronto soccorso del Policlinico di Bari

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Il Covid-19 non c’entra, ma i pronto soccorso e il 118 pugliese sono nuovamente in sofferenza per l’aumento delle richieste di soccorso e la contemporanea carenza di medici. Al cronico deficit di personale, da novembre rischia di sommarsi un altro problema: circa 200 medici andranno in pensione e altri, i giovani camici bianchi, lasceranno i pronto soccorso per trasferirsi in altri reparti dopo aver completato il loro percorso di specializzazione.

I pronto soccorso
Rispetto all’anno scorso, non ci sono decine di pazienti sulle barelle e sistemati alla meglio ma i pronto soccorso si stanno nuovamente affollando e le attese per una visita e per trovare un posto letto libero si allungano. In sostanza, si sta ripresentando lo stesso problema rilevato a cavallo tra luglio e agosto scorsi, quando il governatore Emiliano, in meno di un mese fu costretto a firmare due ordinanze per potenziare gli organici dei pronto soccorso, dando la possibilità ai direttori generali di chiamare in prima linea anche medici pensionati, medici di famiglia e studenti in Medicina. Due le concause, la prima l’aumento di pazienti: secondo le rilevazioni di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in soli due giorni, tra martedì e ieri, ci sono stati circa 5.600 accessi nei pronto soccorso.

Nel dettaglio, martedì i pazienti soccorsi sono stati 2.895, ieri 2.722, un dato parziale perché elaborato sino alle 19. Un aumento esponenziale, basti pensare che lo scorso 18 ottobre, appena dieci giorni fa, gli accessi nei pronto soccorso erano stati solamente 1.832, mille in meno. E poi c’è la carenza di personale, in particolare di medici. Una situazione che potrebbe persino peggiorare se, come sostiene Fratelli d’Italia, a novembre 200 medici andranno in pensione e altri abbandoneranno i pronto soccorso per trasferirsi in altri reparti. «A novembre – lancia l’allarme il consigliere regionale di Fdi, Francesco Ventola – i pugliesi rischiano di trovare i pronto soccorso senza medici. Alla ripresa dell’attività regionale, al primo Consiglio regionale utile, ho allarmato il governo Emiliano su quello che potrebbe accadere fra pochi giorni, quando si calcola che in Puglia almeno 200 medici andranno in pensione.

Un’assenza che andrà a pesare maggiormente su un organico ridotto all’osso, anche perché molti camici bianchi vincono concorsi in altre specialità e quindi lasciano il pronto soccorso per i reparti- Esistono alternative? Sì, perché altre Regioni hanno fatto da apripista. Lo ha fatto nel 2019 la Calabria che, trovandosi nell’esigenza di sopperire alla grave carenza di medici, ha previsto l’assunzione a tempo determinato di medici specializzandi, a partire dal terzo anno di specializzazione. Un provvedimento noto come decreto Calabria». L’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, getta acqua sul fuoco: «E’ vero che alcuni giovani medici hanno finalmente trovato un posto in specializzazione e quindi abbandoneranno il contratto a tempo determinato. Ma le Asl hanno ben presente questa situazione e non hanno segnalato particolari criticità in prospettiva», replica.

Ad essere preoccupata, però, è anche la capogruppo del M5S, Grazia Di Bari: «Nei pronto soccorso pugliesi – sostiene – e in particolar modo nella Asl Bat per far fronte alla cronica carenza di medici specialisti in medicina d’urgenza si ricorre sempre più spesso a ordini di servizio per la copertura di numerosissimi turni scoperti. Il Cimo, Sindacato dei medici ospedalieri, ha manifestato forti preoccupazioni proprio in riferimento a quanto accade negli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, dove i medici specialisti di altri reparti, sono costretti a turnare anche nei pronto soccorso. Nell’ambito dell’emergenza urgenza sarebbero infatti operativi solo 31 medici anziché 52 previsti. Una situazione a cui si deve porre rimedio».

Il 118
Se soffrono i pronto soccorso, il sistema del 118 certo non sorride. Le richieste di soccorso stanno lievitando di giorno in giorno, nonostante la pandemia Covid sia tutto sommato sotto controllo. Ma si stanno moltiplicando i casi parainfluenzali e, inoltre, ora i pugliesi hanno meno paura ad andare in ospedale rispetto al periodo della piena pandemia e del lockdown. Risultato: i tempi di intervento si stanno allungando, solo a Bari e provincia, martedì, il 118 ha dovuto rispondere a 853 richieste.

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