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Una discarica - immagine di repertorio

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La Puglia non brilla nella raccolta differenziata, soprattutto per colpa delle città più grandi. Col dato complessivo del 54.48 per cento, la regione viaggia sotto la media nazionale, che è del 63,04. Tutto il sistema territoriale che ha da una settimana approvato attraverso il Consiglio regionale il nuovo, e contestato, Piano rifiuti, ha da recuperare molto terreno, nonostante il costante miglioramento degli ultimi anni. Bene alcuni piccoli e medi comuni delle varie province.

Male le «grandi» città, con le maglie nere Foggia e Taranto, ferme rispettivamente al 19,04 e al 25,19 per cento. Sono i dati del Rapporto rifiuti urbani relativi al 2020 dell’Ispra secondo cui l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, ma senza un’adeguata risposta di tutte le regioni, che non dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.

Le difficoltà maggiori si trovano al Sud, con l’eccezione di Cagliari e della Sardegna, che addirittura primeggiano col 74.52 per cento di materiali differenziati. La Città metropolitana di Bari si attesta al 59,8 per cento, con punte di eccellenza, come Bitritto, dove i dati schizzano a un invidiabile 82,99 per cento, seguita da Rutigliano, con 80,22, e altre città virtuose sopra il 70 per cento, tra le quali Santeramo in colle.

Bari città è, invece, in calo rispetto al 2019 (43.19 per cento), col suo 41,6 (vicina al risultato di Napoli tra i centri più importanti del Paese). Il risultato è fruttod di 241,3 chilogrammi di rifiuti differenziati pro capite per abitante su 579,9 di rifiuti urbani prodotti. Per quanto riguarda le altre città capoluogo, invece, risulta buono il risultato di Barletta, col 71 per cento, e sufficiente quello di Lecce, col 61,64 per cento, e di Andria, col 60.94. Tra le province è Brindisi la più virtuosa in Puglia col 62,43 per cento, nonostante il capoluogo sia fermo al 47,69.

È seguita dal 59,82 della Bat, che vede invece in Trani la città più critica, ferma al 36,3. Uno dei dati complessivi più confortanti è quello relativo all’andamento della produzione dei rifiuti urbani dal 2012 allo scorso anno, che vede una curva sempre più in discesa, nonostante qualche passo indietro nel 2016 e nel 2018. In Puglia si è passati da 1 milione 972 mila 430 tonnellate di rifiuti prodotti in un anno a 1 milione 851 mila 860.

Numeri comunque ancora troppo elevati, tanto che nel Piano rifiuti approvato la scorsa settimana sono previste le riattivazioni, contestate, di lotti di discarica sia a Conversano che a Corigliano d’Otranto. Gli impianti dovranno essere chiusi entro il 2025 ed essere monitorati costantemente. Alla riapertura della discarica Martucci si sono comunque detti contrari i Comuni di Mola e Conversano, associazioni ambientaliste e cittadini.

Con un emendamento approvato a maggioranza, proposto dal gruppo del Movimento 5 Stelle e sottoscritto dai capigruppo di maggioranza, il Consiglio ha stralciato dall’elenco delle discariche in via di chiusura definitiva i lotti I e III della Martucci, già oggetto di inchieste, sequestri e indagini ambientali per le perdite di percolato. All’andamento discendente della curva della produzione dei rifiuti urbani corrisponde comunque, nonostante le tante difficoltà, la crescita costante della raccolta differenziata nello stesso lasso di tempo.

Dal 2012 allo scorso anno, infatti, in Puglia si è passati dal 17,63 per cento al 54,48. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, invece, la provincia di Taranto con l’impianto di Massafra della Cisa risulta quella dove è conferita la totalità di quelli pugliesi trattati, con 78 mila 859 tonnellate.

Anche per quanto riguarda lo smaltimento in discarica, il territorio ionico risulta quello più interessato con impianti a Manduria, Massafra, Statte e nel capoluogo, per un totale che supera le 400 mila tonnellate su un quantitativo complessivo di 623 mila 239 in tutta la regione. In generale i rifiuti destinati allo smaltimento in discarica sono diminuiti negli ultimi quattro anni passando dai 917 mila 330 tonnellate del 2016 alla quota 2020, ma di contro risultano aumentati quelli inceneriti.

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