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Ciro Polito

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La schiettezza in fase di mercato, ma anche nei rapporti sempre diretti con i calciatori. La capacità di emergere nei momenti di difficoltà e di fare un passo indietro nei momenti migliori. L’autonomia e l’indipendenza delle scelte, ma anche una certa predisposizione alle pubbliche relazioni. Tra i fattori della (imminente) promozione del Bari in serie B c’è sicuramente Ciro Polito.

«Quando parlo del Bari, mi metto sempre davanti: abbiamo avuto la testa da un’altra parte. Non si può perdere così contro una squadra che lotta per salvarsi. E questa è la seconda. Testa bassa e pedalare». Sliding doors nella stagione della Ssc Bari, se ce n’è una. Il 19 febbraio, un mese fa, non un’era fa, Polito tuonava davanti alle telecamere in quello che forse è stato il momento più difficile della stagione. Da allora cinque vittorie, un pareggio e un’accelerata verso la risalita in serie B. Schiaffoni nei momenti giusti, carezze anche. Le stesse menzionate prima di Bari-Catanzaro, dopo il 3-0 di Francavilla, sempre dallo stesso Polito: «Non salvo niente. Uno schiaffone in pieno volto che sicuramente ci servirà da insegnamento. Non voglio alibi».

Polito ha ripetuto spesso in questo anno che «si farà vedere dopo le sconfitte, difficilmente dopo le vittorie». Promessa mantenuta con il plus di aver centrato pienamente i momenti in cui intervenire. Quasi vent’anni da portiere, una parentesi da direttore dell’area tecnica della Juve Stabia, un presente da direttore sportivo e già una promozione dalla serie C alla serie B alle spalle (nel 2018/2019 con le vespe di Castellammare di Stabia). Polito è uno che ha sempre avuto le idee chiare: «Quando ho smesso di giocare, avevo già deciso di fare il direttore sportivo. Da anni mi vedo in questo ruolo», disse al suo primo anno da dirigente.

Uno che le idee chiare ha dimostrato di averle fin dal principio della sua esperienza a Bari, quando ha dovuto smontare e rimontare una rosa appesantita da ingaggi ed esuberi e indebolita dalle delusioni della stagione precedente (con una parte dei tifosi che, peraltro, sembrava gradire altre soluzioni per il ruolo di direttore sportivo). Oltre sessanta operazioni di mercato tra sessione estiva e sessione invernale. Il presidente De Laurentiis lo ha scelto proprio per la capacità di portare mentalità vincente e per la grande determinazione. Parole di LDL nella presentazione del 12 giugno scorso.

«Creare un Bari con senso di appartenenza e voglia di lottare» l’obiettivo espresso allora dallo stesso Polito. Parole di retorica, ma dimostrate poi dai fatti. A partire dal mercato estivo con una straordinaria opera di revisione dei contratti esistenti, sfoltimento della rosa e ricostruzione di un organico di assoluto livello (Botta, D’Errico, Pucino, Terranova, Cheddira e non solo) partendo anche da una situazione di sostanziale blocco. Difficoltà che probabilmente si riscontreranno anche nella prossima estate (torneranno per esempio dai prestiti circa 10 giocatori).

Polito ha sottoscritto un biennale che lo proietta verso la B, categoria che ha già vissuto con l’Ascoli. Quello che sarà del prossimo anno, è tutto da vedere, anche in base ai progetti della società. Quello che è certo, invece, è che Polito continuerà il suo percorso. Testa bassa e pedalare.

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