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Roma, 18 apr. (askanews) – “Non finisce qui. Non ci rassegniamo al voto del Senato che ha approvato la reintroduzione dei giudizi sintetici alla primaria. Porteremo al Quirinale le oltre otto mila firme raccolte per bloccare questo colpo di mano sulla valutazione”: a fare appello al capo dello Stato sono il pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli, pronti a scrivere al presidente Sergio Mattarella, prima che il Ddl arrivi alla Camera dei Deputati per la fase finale.

Mercoledì 17 aprile l’aula di Palazzo Madama ha approvato il Disegno di Legge sul voto di comportamento nella scuola secondaria che attraverso un emendamento proposto dal Governo reintroduce gli aggettivi “gravemente insufficiente”, “insufficiente”, “sufficiente”, “discreto”, “buono” e “ottimo” nelle pagelle della primaria riportando di fatto la Scuola al passato.

“La scuola dei voti e dei giudizi è dal punto di vista culturale”, commenta Daniele Novara “un vero e proprio reperto archeologico. La Scuola italiana è vittima di questa cultura che la trasforma in un luogo di espiazione e sofferenza, in una gara che ben pochi alunni riescono a vincere come ci ricordano i dati sulla dispersione scolastica e i Neeet e la riduzione del numero di laureati. Il ministero e Valditara hanno deciso di rafforzare questa visione della scuola come posto che accentua il giudizio piuttosto che luogo dove il desiderio di imparare si libera della paura di subire giudizi, ritorsioni e sofferenze inutili”.

“Dove ci porterà questa ossessione ministeriale che ha pure reintrodotto il voto di condotta come possibile bocciatura?”, si chiede ancora il pedagogista. “Siamo di fronte ad una svolta pericolosa. Il mondo pedagogico si è quasi nella sua interezza schierato contro questa proposta perché ne va della stessa base scientifica della pedagogia. Auspichiamo in un ripensamento”, aggiunge.

Parole che accompagnano una proposta di Corlazzoli ai suoi colleghi: “Il voto al Senato toglie la maschera ai nostri politici di maggioranza e al ministro che hanno dimostrato tutta la loro scarsa conoscenza sull’infanzia. È difficile immaginare un bambino felice di prendere un ‘gravemente insufficiente’ al posto di ‘in via d’acquisizione’. Valditara ha provato in questi mesi ad anestetizzare l’opinione pubblica con una propaganda che accontenta chi pensa che la valutazione debba essere semplificazione. Non ci resta che l’obiezione di coscienza. Non solo continuare a valutare in itinere come si vuole ma boicottando la norma introdotta. Alberto Manzi, si oppose al voto in pagella mettendo il timbro: ‘Fa quel che può. Quel che non può non fa’. Noi oggi non possiamo mettere un timbro ma possiamo dare un ‘ottimo’ a tutti i nostri alunni per non cadere nel tranello di far diventare il giudizio il solo protagonista ingombrante delle nostre lezioni”.

La petizione, promossa dal pedagogista Daniele Novara e dal maestro Alex Corlazzoli insieme a Damiano Tommasi a Silvia Vegetti Finzi a Chiara Saraceno, ad Alberto Pellai, Alex Zanotelli con Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Luca Zingaretti e tanti altri pedagogisti e intellettuali, ha raccolto 8.313 firme ed è stata lanciata il 22 febbraio su

https://www.change.org/NoVotiNumericieGiudiziSintetici

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