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Si è tenuto a Roma l’incontro tra l’ambasciatore del Marocco in Italia, Tajeddine Baddou, il presidente della commissione provinciale per l’emersione del lavoro irregolare Filippo Capellupo e Nicola Chiaravalloti, ambasciatore onorario in Calabria. Oggetto dell’incontro – spiega in una nota capellupo – è stato un progetto di integrazione per la popolazione del Marocco presente sul territorio della provincia di Catanzaro. Da tutta una serie di statistiche ultimamente redatte, emerge che gli attuali migranti sul nostro territorio sono per lo più giovani scolarizzati, molte volte con un tasso di istruzione che nelle dimensioni generali è persino più elevato di quello che mostra la forza-lavoro italiana nel suo complesso. L’idea progettuale nasce dall’intenzione di promuovere un sistema «misto» di sostegno rivolto ad alcuni stranieri già presenti sul nostro territorio e ad un gruppo di soggetti che seguiranno in fad il percorso formativo , rimanendo nel loro paese d’origine. Le diverse attività previste, che spaziano dall’alfabetizzazione linguistica all’informatica, hanno lo scopo comune di far emergere, valorizzare e sviluppare le capacità professionali dei destinatari, migliorando le loro competenze, favorendo la loro responsabilità personale e, soprattutto, offrendo formazione.Attraverso la conoscenza dei principi fondamentali della grammatica italiana, si vuol tentare di appassionarli alla realtà di un paese in cui vivono o nel quale intendano vivere, anche se per un breve periodo di tempo, e di cui la lingua rappresenta una indispensabile chiave d’accesso per una migliore integrazione sociale e, soprattutto, per un più efficace inserimento nel mondo del lavoro. Si è rilevato, inoltre, come i sistemi territoriali socio-economici siano centrali per l’analisi e la spiegazione dei modelli di inserimento degli immigrati. Di grande interesse, in questo senso, è il loro crescente inserimento nelle aree di concentrazione della piccola e media impresa e nei cosiddetti distretti industriali. Se a questa considerazione si accompagna la rilevanza dello sviluppo della piccola e media impresa nei paesi di origine, ne consegue l’importanza di analizzare l’ipotesi degli immigrati come agenti di sviluppo in contesti italiani con una forte presenza di piccole e medie imprese. Il raggiungimento di nuovi status e ruoli sociali e lavorativi delle nuove generazioni di emigrati è fondamentale per la ricostituzione di comunità sociali coese e solidali. Solo un progresso culturale e sociale dei giovani e delle future famiglie – secondo capellupo – può contrastare i pericoli della deculturazione , della ghettizzazione delle fasce più povere e deboli della popolazione, e dei fenomeni di razzismo che serpeggiano nelle varie xenofobie e fondamentalismi conservatori.

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