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di ROMANO PITARO
Se Medusa fosse in ogni cantiere della Trasversale sparso nella Calabria centro-meridionale (quella che da Soverato s’inerpica fino a Serra San Bruno e poi scivola sul Tirreno vibonese ) si vedrebbero i busti di pietra di decine di politici. Purtroppo l’infrastruttura “strategica”, ingloriosamente incompiuta, che avrebbe dovuto “aprire all’Europa un’area ricca di risorse naturalistiche e culturali”, non ha poteri magici. Così le sagome di coloro che, nell’arco di 43 anni, hanno siglato carte, fatto gare d’appalto, garantito finanziamenti e consumato più campagne elettorali, brindando all’epilogo della Trasversale, toccherà solo immaginarle. Dopo l’affidamento dell’altro giorno dell’appalto dei lavori ad una nuova impresa (l’Ati Incabit srl Costruzioni Idrauliche di Bisognano) per 6 milioni di euro del terzo lotto (Gagliato/Argusto) del quinto tronco, si è scomodato il Presidente dell’Anas per assicurare che (testuale): “Si avvia finalmente il completamento di un’opera molto attesa dal territorio”. Se il vertice dell’ente appaltante, Pietro Ciucci, ha ritenuto di esprimere il suo rassicurante punto di vista, senz’altro possono dormire sonni tranquilli i calabresi che si aspettano, a Trasversale finita, una migliore qualità della vita. Quando la SS 182 congiungerà lo Ionio col Tirreno, togliendo dall’isolamento quelle aree interne che, per la presenza di rinomati luoghi religiosi tra cui la Certosa di San Bruno, sono state definite “il cuore spirituale di questa parte del Mezzogiorno”, l’intero sistema viario della Calabria sarà più armonioso. In realtà, lo scetticismo ha piena legittimazione in questa vicenda che, pur rappresentando il più grosso investimento pubblico finora realizzato nelle Serre (il costo dell’opera, suppergiù, si aggira sui 500milioni di euro ma ne mancherebbero ben 200 ), svela le inettitudini di chi avrebbe dovuto, già anni or sono, consegnare l’intera opera pubblica. Se, dunque, è bene che ripartano i lavori in un pezzo di Trasversale, ci si chiede a che punto siano gli altri cinque tronchi di un’arteria lunga 56 chilometri. E’ possibile che l’Anas fornisca un riepilogo dello stato dei lavori e dichiari, per una Traversale angustiata nel tempo da cento inghippi, inclusa la presenza della mafia (il 3 settembre scorso a Simbario un attentato incendiario ha messo a rischio la vita di 150 operai nel cantiere dove c’erano bombole di ossiacetilene, mentre il 26 marzo 2008 l’amministratore delegato della Tecnovese, Giuseppe Longo, tra l’altro impegnato nei lavori della Trasversale, è stato assassinato) quando i lavori di tutto il tracciato saranno conclusi? O è chiedere troppo persino adesso che, proprio sui lavori pubblici, punta il Governo per fronteggiare la crisi?
Ogni tronco dei lavori della Trasversale è suddiviso in vari lotti. Ebbene: a che punto è il tratto che dall’autostrada, svincolo Serre, arriva Vazzano? E l’altro che collega Vazzano a Vallelonga? E quello che finisce al bivio di Montecucco e quello che di lì si congiunge con Chiaravalle? E il tratto che collega Montecucco a Serra San Bruno? E, infine, quello che da Chiaravalle sbuca a Soverato? Dopo tanto tempo, sono aperti al traffico 6 chilometri e mezzo di Trasversale. Di questo passo, quanti anni ci vorranno per gli altri 50 chilometri? Si è consapevoli che, riferisce il sito web dell’Anas, “la progettazione del nuovo tracciato ha richiesto un articolato lavoro ingegneristico (3 gallerie naturali di 1242 metri, 7 gallerie artificiali di 1270 metri e 20 viadotti di 3145 metri). Ma adesso è giunto il tempo di sgombrare il campo da ogni equivoco. E, visto che la cifra necessaria per i lavori di completamento non è una bazzecola ( senza dire che il Governo per finanziare la soppressione dell’Ici ha tagliato fondi destinati alla Trasversale delle Serre per 135 milioni di euro) è anche utile sapere se i soldi per scrivere la parole fine ci sono o non più. Il presidente dell’Anas, due anni fa, ha garantito al presidente della Regione “che tutti i tratti della Trasversale delle Serre saranno presto cantierabili. D’altra parte – disse Loiero – le volontà politiche ci sono. Per la costruzione dell’importante arteria, la Regione ha messo a disposizione 44 milioni di euro con i fondi Por 2000/2006 che si rischiava di perdere.” Loiero, a proposito della volontà di concludere la Trasversale, si riferiva al Governo Prodi. Ma oggi, la musica è cambiata. Bene. L’Anas, ora, potrebbe fare qualche conto e renderlo pubblico? Perché di solito, l’ ha denunciato la Fillea (gli edili della Cgil) “i soldi per finanziare le infrastrutture al Sud ci sono ma solo sulla carta. Ben il 40 per cento dei fondi destinati alle grandi opere per le regioni meridionali è solo una cifra scritta su un foglio”. Fare chiarezza è il minimo per una Trasversale di cui si parla da decenni. Fu nel 1966, infatti, che l’allora Comitato regionale per la programmazione economica, approvando lo schema di Piano di coordinamento per gli interventi pubblici nel Mezzogiorno, suggeriva “di mettere in cantiere una strada a scorrimento veloce in grado di collegare – attraverso l’altipiano delle Serre – lo Ionio e il Tirreno”. L’anno successivo il Comitato, dopo aver avuto il parere positivo dal Consiglio provinciale di Catanzaro, inserì l’opera nel Piano di assetto territoriale”. Da allora ne è scesa acqua dal cielo. Interruzioni, ritrovamenti archeologici, minacce ai cantieri, cave abusive,
morti bianche, protocolli di legalità e interrogazioni parlamentari (l’ultima, datata 2008, è dell’on. Angela Napoli: “Non v’è dubbio che la ‘ndrangheta ha posto l’attenzione su questa opera”) Di tutto e di più. Qualcuno potrà obiettare che dei 43 anni (quando l’idea fu concepita) bisogna sottrarne una ventina, dato che il primo appalto della Trasversale è stato aggiudicato dalle imprese Merlo e Grandinetti nel 1983 e i 3 chilometri che uniscono Vazzano a Vallelonga sono stati ultimati il 1985 (il secondo lotto consegnato, Chiaravalle-Argusto, risale invece al 2006 e ci sono voluti 11 anni).
“Ma anche seguendo questa logica – commenta Mimmo Zannino, ex laeder degli edili/Cisl oggi in segretaria regionale – un quarto di secolo è scandaloso. Nel frattempo, ci sono contenziosi interminabili con le imprese che si sono succede, altre addirittura non ci sono più, come la Merlo e la Grandinetti. Senza dire poi che il tratto Vazzano-Vallelonga, finito nel 1985, è già inadeguato e andrebbe rifatto”. Generazioni di calabresi insomma hanno atteso il completamento della Trasversale nella speranza di una ventata di novità. Molti sono emigrati o invecchiati senza vederla. Perciò da quelle parti si usa dire, per indicare qualcosa che non arriverà mai: “E’ come la Trasversale”.

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