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Formazione di docenti e ragazzi per lo sviluppo della cultura della legalità attraverso materiale di documentazione, cd-rom, incontri nelle scuole con magistrati, forze dell’ordine, organizzazioni di volontariato, ma anche attraverso le regole dello sport o la messa in scena di piece teatrali.
Lo prevede il progetto «Scuola antimafia», in cui è impegnata la Calabria come regione pilota, insieme all’ Ufficio regionale scolastico per la Calabria e le cui linee guida sono state messe a punto dalla Consulta antimafia della Regione Calabria. in programma anche la collaborazione con la Commissione parlamentare antimafia e con il ministero dell’Interno.
Tra gli scopi del progetto, quello di «fronteggiare la penetrante incultura mafiosa» fin dalle scuole elementari, contrastando così non solo il diffondersi della criminalità organizzata ma soprattutto rendendo non fertile il terreno su cui si sviluppa. Sul piano operativo fin dal prossimo anno scolastico i contenuti della «Scuola antimafia» potrà far parte dei piani di offerta formativa di tutte le scuole calabresi.
Uno dei pilastri del progetto è la formazione degli stessi docenti attraverso processi di aggiornamento continuo. Ma l’attenzione maggiore è posta sui ragazzi, che spesso, scrive nel documento la segretaria della Consulta antimafia Adriana Musella (nella foto), «hanno contatti con ambienti dove i valori della convivenza civile sono del tutto inesistenti» e nei quali si sviluppa «l’indifferenza verso le regole».

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