X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

POTENZA – L’avviso pubblico per un’indagine di mercato sui lavori di revisione dell’impianto elettrico del cimitero sarebbe stato predisposto dal direttore tecnico di una delle ditte interessate ad accaparrarselo. Come pure il quadro economico per gli interventi di risparmio energetico in Comune.

E’ soltanto una parte di quello che emerge dalla corrispondenza telematica tra il capo dell’ufficio tecnico di Salandra e l’ingegnere Vincenzo Dimilta, ex sindaco pidiessino di Accettura.

A divulgarla, in allegato a un esposto inviato anche a Finanza e magistrati di Matera, è stato «un gruppo di cittadini onesti». Così è firmata la nota recapitata nei giorni scorsi al Quotidiano. Per quanto i loro nomi non siano leggibili in alcun modo.

Come i «cittadini onesti» siano entrati in possesso delle mail inviate da Dimilta all’ingegner Domenico Terranova, non viene spiegato. Ma può passare in secondo piano rispetto al tenore della loro denuncia, in cui si parla senza mezzi termini di «appalti pilotati» e «documenti di gara già preconfezionati».

Al telefono con il Quotidiano Terranova ha respinto con decisione le accuse ma non ha negato di aver ricevuto quel «materiale» da Dimilta.

Ieri pomeriggio era a Calciano dove presta servizio sempre come responsabile dell’ufficio tecnico. A breve inoltre dovrebbe assumere un terzo incarico a Grassano. «Sono 35 anni che lavoro». Spiega. «Ma è a Salandra  che ho sempre dedicato la maggior parte del mio tempo».

Sul contenuto dell’esposto l’ingegnere non sembra cascare del tutto dalle nuvole.

«Sono anni che mi capita di sedermi di fronte al maresciallo dei carabinieri e che mi vengono esibiti fogli con degli strani scippi sopra».

Dove per «scippi» s’intendono quelle firme illegibili.

Quanto al “corvo” che si nasconde dietro di loro, Terranova ha il sospetto che si annidi a pochi metri dal suo ufficio, nel comune di Salandra. D’altronde questo potrebbe spiegare anche come sia stato possibile accedere al suo account di posta elettronica.

«Nella mia stanza ho il computer sempre acceso con la posta aperta. Non ricordo nemmeno più la password. Proprio perché non ho nulla da nascondere. Chiunque può entrare e vedere i messaggi in arrivo».

In passato, però, ci sarebbe stato un precedente che fa pensare a qualcuno un po’ più avveduto di un semplice passante.

«Sono stato convocato in caserma e mi è stato chiesto perché avessi fatto un accesso alla banca dati riservata del Comune da una postazione diversa da quelle del Municipio, dato che mi ero collegato per ragioni di lavoro da un altro computer».

Difficile che un “quisque” se ne sia potuto accorgere. L’idea è piuttosto che si tratti di qualcuno con conoscenze informatiche superiori alla media, dato che parlare di un hacker vero e proprio può sembrare un po’ eccessivo.

L’ingegnere accenna a invidie di corridoio legate ai livelli retributivi, e in particolare ai premi di risultato. «C’è sempre chi fa di più e chi fa di meno, per quanto i capi area a Salandra siano solo 3.  Poi magari si cerca di non marcare troppo le differenze ma il dato rimane».

Un sospetto anonimo ma alquanto circostanziato.

D’altra parte anche i fatti a cui fa riferimento il «cyber-corvo» non sono del tutto infondati. Anzi.

«Quel progetto sull’illuminazione del cimitero è rimasto soltanto sulla carta». Mette subito in chiaro Terranova. «Abbiamo svolto un’indagine di mercato e ci hanno risposto in quattro ditte. Poi abbiamo verificato quali di queste avessero i requisiti e ne abbiamo dovuto escludere due. Ma a questo punto l’amministrazione non ne ha voluto sapere più nulla, e non capisco nemmeno bene perché. Non si trattava di spendere dei soldi ma soltanto di affidare una gestione senza aumentare di un euro il canone annuale richiesto ai cittadini. Il tutto a beneficio della qualità del servizio e degli impianti, che sarebbero stati completamente rinnovati. Inoltre parliamo di un appalto da 39mila euro, per cui per legge si sarebbe potuto effettuare un affidamento diretto».

E la corrispondenza con l’ingegnere Dimilita? Perché tanta premura da parte dell’ex sindaco di Accettura che il 7 marzo dell’anno scorso sembra avergli inviato un modello di avviso pubblico per l’indagine di mercato con tanto di intestazione «Comune di Salandra (Provincia di Matera»? Un modello ricopiato identico, virgole incluse, nell’avviso pubblicato il giorno stesso sull’albo pretorio del Comune. A firma di Terranova.

«E’ un collega che si occupa di fotovoltaico e so che è stato anche sindaco di Accettura. Ora non ricordo con esattezza ma è possibile che gli abbia chiesto se conosceva progetti simili e lui mi ha inviato quel materiale. Tutto qui. E’ chiaro che è stata una collaborazione a titolo personale, altrimenti l’avrei regolarmente retribuito. Né si può insinuare, come mi pare di capire che faccia qualcuno, che io abbia affidato i lavori a delle ditte a lui vicine. Anche per l’altra gara è tutto fermo».

Solo che sul punto Vincenzo Dimilta racconta qualcosa di leggermente diverso.

«Sono il direttore tecnico di una società, la Zefir, e abbiamo proposto a tanti comuni di sostituire le vecchie lampade con quelle a risparmio energetico e cose del genere. In più Salandra rientra con Accettura nel Gal Le Macine per questo abbiamo suggerito un progetto per il bando sulla sostenibilità ambientale».

E’ così che il conto economico del progetto approvato ad Accettura sarebbe finito tale e quale nella delibera della giunta comunale di Salandra del 21 novembre scorso. La stessa con cui è stato approvato il capitolato d’appalto dei lavori da 70mila euro di lavori per il «risparmio energetico e la valorizzazione ambientale del territorio comunale».

Possibile che la Zefir fosse interessata a entrambe le gare? A quella del cimitero di sicuro. Lo ammette lo stesso Dimilta: «Abbiamo risposto all’indagine di mercato ma da Salandra non ne abbiamo saputo più nulla».

Strano che all’ufficio tecnico non se ne fosse accorto nessuno.

l.amato@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE