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Michele Dichio

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BERNALDA – Sono trascorsi sette lunghi mesi, da quando si sono perse le tracce di Michele Dichio, il 58enne bernaldese, che sembra letteralmente scomparso nel nulla. Un autentico giallo, che sta facendo disperare i familiari, soprattutto la sorella Anna, che dal primo giorno fa appelli a chi potrebbe sapere qualcosa, ma non parla.

Poi c’è Antonella, la vicina di Michele, che viveva solo in un garage di sua proprietà, dopo essere stato sfrattato dal fratello con cui non voleva più avere nulla da spartire. Michele era un uomo solo, nel senso strettamente familiare del termine, ma viveva ben integrato nella società bernaldese, con una panchina dove era sempre facile trovarlo seduto, per fare due chiacchiere con lui. Lo ricorda la fruttivendola ambulante, alla quale lui ogni giorno apriva il tendalino e che lo ringraziava regalandogli frutta e verdura.

Lo ricordano i tanti cittadini, che passavano da quella panchina e, quando lo trovavano in buona, si fermavano a parlare. Michele, in verità, non era una persona particolarmente loquace, o meglio non sempre gli piaceva parlare con gli altri; alternava momenti di solitudine a passaggi di grande socialità. Ogni tanto, però, spariva senza dire nulla ai suoi familiari.

Come avvenne nell’autunno del 2020, quando con l’auto si avventurò in un viaggio verso la Germania, dove vive un altro fratello. Giunto a metà strada, però, la vecchia auto lo lasciò in panne, e tramite la Polstrada chiese aiuto (anche economico) alla sorella, per tornare a casa. Quindi, non spariva senza tenere i legami con i suoi.

Da qualche tempo, però, aveva rotto il telefono cellulare, dunque si muoveva senza poter essere rintracciato. Nei giorni precedenti al 4 febbraio scorso, quando di lui si sono perse definitivamente le tracce, Michele aveva contrattato l’acquisto di una vecchia Alfa 164 a benzina, presso un autosalone di Policoro. Secondo il titolare, aveva dato anche una caparra, perché lui percepiva una pensione sociale di 290 euro. Si era informato presso la locale agenzia di pratiche auto, su come fare il passaggio di proprietà, ed aveva detto alla sua vicina, il giorno prima di scomparire, che l’indomani “la sua bella Alfa” sarebbe stata posteggiata accanto a quella della figlia di lei, luongo la strada nei pressi del suo garage. Invece lì quell’auto non c’è mai arrivata, perché Michele non è mai arrivato al salone, nè è più tornato al suo garage.

Qualcuno racconta di averlo visto camminare a piedi il 3 febbraio (pare fosse una sua abitudine muoversi così o chiedendo passaggi) lungo la Provinciale che collega Bernalda alla strada per Matera. Un’arteria piena di curve e profondi fossati, dove l’uomo potrebbe essere accidentalmente caduto, ma non è stata mai battuta e controllata. Però, poi c’è chi l’ha visto la mattina del 4 febbraio, giorno in cui avrebbe dovuto ritirare l’auto a Policoro.

Ma come doveva arrivare a Policoro? Secondo la sorella Anna, potrebbe essere andato con un passaggio, ma di una persona del posto che lui conosceva, perché probabilmente aveva in tasca buona parte di quegli 8mila euro che servivono a saldare l’auto. Chi lo ha portato a Policoro? È mai arrivato all’autosalone? Potrebbe aver riferito in buona fede a chi lo portava che aveva quei soldi addosso, quindi potrebbe essere scattato qualcosa di insano e drammatico? Aveva realmente quei soldi addosso? Domande che attendono ancora una risposta. Indagano i carabinieri, ma dopo 7 mesi Michele non si è ancora visto, nè vivo, nè malauguratamente morto.

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