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Il tribunale di Potenza che ospita gli uffici della Procura

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Droga, retata della Procura di Potenza: 35 misure cautelari, 28 arresti e oltre sessanta gli indagati sulla rotta Matera-Altamura

POTENZA – Trentaquattro misure cautelari – 28 arresti, di cui diciotto in carcere e dieci ai domiciliari, cinque obblighi di dimora e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – e ben 62 indagati complessivi. E’ il bilancio di un’operazione antidroga portata a termine ieri mattina in particolare tra Matera, la sua fascia jonica, e la vicina Altamura, in provincia di Bari.

Un’operazione alla quale si è giunti al termine di un’inchiesta denominata “All together”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza e condotta dai carabinieri del comando provinciale di Matera, in collaborazione con i Nuclei cinofili di Melfi e Modugno, dei carabinieri dei comandi provinciali di Bari e Lecce oltre che dei carabinieri forestali del Gruppo di Matera.
L’inchiesta è partita da Matera, in seguito al notevole smercio di droga esistente in città, in particolare eroina e cocaina, ma si è via via estesa fino al contiguo territorio pugliese. Ad Altamura nello specifico, da dove era partita una vera e propria organizzazione decisa ad assumere il controllo totale dello spaccio di droga nella città dei Sassi, priva di clan criminali esperti al punto da assicurare un’attività costante e forniture continue di stupefacente. Un’organizzazione, quella pugliese, con a capo Antonio Francia, 40 anni, residente ad Altamura, e, in suo vece quando si trovava agli arresti, dalla moglie, la 42enne Irene Natrella.

RETATA CONTRO LO SPACCIO DI DROGA TRA MATERA E ALTAMURA, I DETTAGLI

I dettagli sono stati illustrati ieri mattina a Potenza dal procuratore distrettuale, Francesco Curcio, e dalla pm Anna Gloria Piccininni. La droga, soprattutto cocaina ed eroina, acquistata ad Altamura o anche a Matera (dove l’organizzazione pugliese era presente) e poi lavorata nella città dei Sassi, dove veniva tagliata, confezionata in dosi e rivenduta nelle piazze di spaccio locali attraverso una rete stabile e capillare di complici.

Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di spaccio di droga. Durante le attività di indagine sono stati effettuati anche otto arresti in flagranza di reato ed è stato sequestrato un chilogrammo complessivo di sostanze stupefacenti. Le indagini sono iniziate con le attività di pedinamento e di osservazione di diverse persone che si spostavano sull’asse stradale Matera-Altamura e poi sono andate avanti con attività di intercettazione e analisi dei dati contenuti nei telefoni cellulari sequestrati.

Oltre alle numerose intercettazioni, tabulati e sequestri, un impulso rilevante alle indagini è stato dato dalle dichiarazioni di Michele Prisco, 55 anni, di Matera, subito dopo il suo arresto per possesso e spaccio di droga. L’uomo, temendo per la sua vita, ha raccontato agli inquirenti ciò che sapeva del “giro”, iniziato nel 2019 e proseguito nel 2020, anche in piena emergenza pandemica. Quanto bastava, comunque, per confermare ulteriormente i sospetti degli investigatori e dare nuovo impulso alle indagini in corso.

OPERAZIONE ALL TOGETHER, GLI ARRESTATI IN CARCERE

È così che sono finiti in carcere, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacente:

  1. Antonio Francia 40 anni Altamura
  2. Irene Natrella 42 anni Altamura
  3. Eustachio Mancini di Matera 37 anni
  4. Raffaele Mancini di Matera 33 anni;
  5. Giuseppe Papangelo, 33 anni, di Altamura;
  6. Euglent Kasa, 34 anni, originario di Durazzo, in Albania, ma residente ad Altamura;
  7. Carmine Iacovone, 48 anni,di Matera;
  8. Nicola Dimilta, 35 anni, di Matera;
  9. Francesca Martino, 35 anni, di Policoro;
  10. Francesco Marsico, 52 anni, di Matera;
  11. Leon Stanislaw Mosson, 39 anni, nato in Polonia ma residente a Matera;
  12. Giusi Di Brizio, 39 anni, di Matera; i fratelli gemelli
  13. Roberto Giancipoli 38 anni di Matera
  14. Antonio Giancipoli, 38 anni, di Matera
  15. Denis Di Lecce, 41 anni, nata in Brasile ma residente a Matera;
  16. Ivan Cifarelli, 44 anni, di Matera;
  17. Leonardo Santoro, 38 anni, di Altamura;
  18. Leonardo Lomagistro, 45 anni, di Matera.

ALL TOGETHER, GLI ARRESTATI FINITI AI DOMICILIARI

Arresti domiciliari, invece, per:

  1. Michele Prisco, il materano che ha reso le dichiarazioni e si è anche autoaccusato;
  2. Rosa Franco, 41 anni, di Matera;
  3. Giovanna Di Cuia, 38 anni, di Matera;
  4. Francesco Cotugno, 57 anni, di Matera;
  5. Filomena Sarcuni, 49 anni, di Matera;
  6. Daniela Campi, 42anni, nata a Bari ma residente a Matera;
  7. Liborio Martino, detto Livio, 49 anni, di Matera;
  8. Giuseppina Paolicelli, detta Pina, 42 anni, di Matera;
  9. Domenico Leonardo Di Gesù, 31 anni, di Altamura (anche lui ha reso dichiarazioni utili alle indagini);
  10. Antonio Antezza, noto come “m’ledd”, 52 anni, di Matera.

RETATA CONTRO LO SPACCIO DI DROGA, INDAGINI PARTITE DAL CONTRO SU ASSUNTI CHE DA MATERA SI RECAVANO SPESSO AD ALTAMURA

Le indagini avviate nel 2019 sono partite dal controllo di alcuni assuntori e spacciatori di droga che si recavano quasi quotidianamente ad Altamura per approvvigionarsi delle dosi personali. Poi, con il passare del tempo, i “viaggi” verso la Puglia si erano sempre più ridotti, perché il rifornimento avveniva direttamente a Matera. L’attenzione si era spostata su una persona in particolare che raggiungeva la città dei Sassi in auto (anche diverse per evitare l’identificazione e intestate a società di noleggio). La persona in questione si è quindi scoperto che era l’altamurano Antonio Francia. Era lui il referente degli spacciatori materani.

Di frequente incontrava Nicola Dimilta, al quale forniva droga. Proprio durante uno di questi incontri, i due furono arrestati subito dopo che Francia aveva ceduto circa 100 grammi di eroina a Dimilta. Furono trovati e sequestrati anche tre telefoni cellulari, uno dei quali utilizzato come cosìddetto “citofono”, intestato a un cittadino extracomunitario mai censito, veniva usato da Francia su Altamura in particolare. Dagli altri due telefoni, utilizzati da Dimilta, erano invece emersi centinaia di contatti con numerosi assuntori di stupefacenti.

In seguito, a giugno, c’era stato l’arresto di Michele Prisco, preso mentre incontrava il suo fornitore altamurano e Euglent Kasa, altro uomo del sodalizio. Anche qui, altri sequestri di telefoni, il cui contenuto non lasciava più dubbi agli investigatori sul fatto che Francia la sua famiglia fossero a capo dell’organizzazione criminale. In assenza del “capo, infatti, era la moglie a gestire i contatti con i “clienti”. Un’ulteriore conferma era giunta poi dalle dichiarazioni rese da Prisco durante gli interrogatori. Dichiarazioni rese prima davanti al pm della Procura ordinaria di Matera e poi al pm della Direzione distrettuale antimafia di Potenza. Conferme sull’organizzazione altamurana, sulla sua pericolosità e sulla volontà di avere l’egemonia sullo spaccio di eroina e cocaina a Matera.

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