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La sede dell’Azienda sanitaria materana in via Montescaglioso a Matera

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MATERA – L’Azienda sanitaria materana cerca infermieri da oltre un anno, ma poi quando fa gli Avvisi pubblici per il loro reclutamento, gli uffici riescono persino a smarrire le mail di Posta elettronica certificata. Una notizia che suona particolarmente paradossale, quasi una beffa, a sentire le recenti dichiarazioni pubbliche del direttore generale facente funzioni, Gaetano Annese, che si rammarica della mancata disponibilità di personale, a fronte delle recenti campagne di reclutamento. Poi, però, si perdono le Pec, e per un anno intero si resta a guardare, immersi nei ricorsi (oltre 90), scaturiti dall’improvvido smarrimento della posta certificata.

È accaduto con l’Avviso pubblico numero 1043 dell’ormai lontano 4 dicembre 2019. Dopo ben sette mesi di gestazione, un tempo abnorme per un Avviso pubblico, il 20 luglio 2020 si riesce a stilare la prima graduatoria utile, con ben 1.329 nomi. Qui è scattata la falla, perché in effetti le candidature erano almeno 91 di più, ovvero tante quante sono le mail di Posta elettronica certificata che risultavano smarrite. Da qui la pioggia dei ricorsi, che hanno nuovamente paralizzato la procedura. Le posizioni relative alle Pec smarrite improvvidamente dall’ufficio preposto, che appartiene all’Unità operativa semplice dipartimentale degli Affari generali legali, vengono tutte recuperate. Quindi, con delibera 792 del 7 settembre 2020 la graduatoria viene aggiornata, con 1.420 adesioni, le precedenti 1.329 più le 91 smarrite.

Siamo in piena seconda ondata di Covid. Passa un’altra manciata di settimane ed a quasi un anno dalla pubblicazione dell’Avviso, l’Asm inizia a provare il reclutamento dalla graduatoria, ma prende picche, in quanto come era ovvio che accadesse, la stragrande maggioranza dei candidati nel frattempo (un anno), aveva trovato lavoro altrove. Si ferma tutto, nessuna chiamata arriva più. Arriviamo al 1 gennaio 2021 e sul Bollettino ufficiale regionale compare la graduatoria di mobilità regionale e interregionale per 52 infermieri. Sono questi i professionisti che, in questo momento storico, è difficile avere data la pandemia. Infatti, nessuna azienda sanitaria d’Italia, in questo momento storico dà il Nulla osta per trasferire altrove i propri infermieri.

Gli altri 1.420 dove sono? Il Dg Annese lamenta pubblicamente (e giustamente) l’indisponibilità di questi 52, ma dovrebbe spiegare dove sono finiti quelli dell’Avviso 2019, visto che solo i primi non hanno ancora risposto alla chiamata. E poi ci chiediamo: perché in Asm si perdono misteriosamente le Pec, con il conseguente rinvio di mesi e mesi per le graduatorie? Anche per queste clamorose inefficienze si verificano casi paradossali, come quello della Pneumologia territoriale, che da luglio 2020 chiede il rimpiazzo di un infermiere qualificato per la maternità della titolare, ricevendo in risposta il taglio di un ulteriore infermiere dirottato alle vaccinazioni e poi l’invio di personale generico dal Poliambulatorio di via Firenze, che nulla può in un presidio specialistico, dove sono richieste competenze e conoscenza professionale delle apparecchiature l’ossigenazione, l’emogasanalisi ecc. I “disguidi” dell’Asm.

L’ERRORE – È stata tutta colpa “di problemi tecnici dovuti all’elevato numero di istanze pervenute – si legge nella delibera del 7 settembre 2020, a firma del dg facente funzioni Annese – che hanno comportato un sovraccarico della Pec aziendale, nel periodo utile per la presentazione delle istanze di partecipazione al suddetto Avviso (quello del 4 dicembre 2019 ndr), molte delle domande inoltrate non sono pervenute allo scrivente ufficio, pur risultando, al mittente, l’avvenuta consegna”. Per questo, 91 candidati, pur avendo inoltrato tramite Pec la domanda di partecipazione nei termini previsti dal bando, avevano segnalato di non essere stati inseriti né nell’elenco degli ammessi, né in quello degli esclusi. Così, l’Asm ha dato loro la possibilità di ripresentare la domanda a termini abbondantemente scaduti.

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