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Patti Smith a Matera

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L’Italia è nel suo cuore, per la gente e in particolare per il caffè ma Matera l’ha fatta piangere di emozione. Patti Smith, poetessa del rock, si addolcisce descrivendo il panorama che ha visto ieri, all’arrivo in città, dalla sua piccola stanza affacciata sui Sassi e che è subito stato condiviso in un post. Il resto appartiene alla storia del rock che ha portato sul palco dell’Auditorium Gervasio nel concerto promosso da Comune e Orchestra della Magna Grecia e che rientra nelle iniziative previste per il 30 anni del riconoscimento Unesco alla città.

Il ruolino di marcia severo, imposto dallo staff con due domande in tutto da porgere a Patti Smith è saltato, ampliando la conversazione con i giornalisti con grande disponibilità della cantautrice. Pacifista storica, Patti Smith affronta l’attualità ricordando il brano “Peaceble Kingdom” del 2006.

«Era la risposta alla morte di una giovane attivista Rachel Corrie che cercava di proteggere l’abitazione di un professore palestinese ma fu uccisa nel 2003 a 23 anni dai bulldozer israeliani. Ho provato un tale dolore per i suoi genitori e per le persone che avevano perso le loro case in Palestina che ho scritto questo brano. E’ una canzone universale – ha spiegato ancora – che parla della speranza che il genere umano possa trovare il modo per ricostruire il regno pacifico (Peaceble Kingdom, ndr)».

Su ciò che il mondo affronta in questi mesi Patti Smith esprime tutta la sua amarezza «Per la soluzione pacifica che si sta sgretolando». La musica e le giovani generazioni rappresentano uno stimolo che riesce a superare la fredda industria di settore.

«Credo che sia cambiata molto ma non che detti la regole – spiega ancora la cantautrice di Chicago – La gente cresce, con nuove idee, nuova musica e nuove generazioni. Ci saranno sempre nuovi musicisti ma non credo venga dettato tutto dall’industria musicale».

Il libro “The book of days” comprende anche emozioni legate al nostro Paese? «Ho viaggiato molto in Italia sin dal 1978 e sono stata colpita dalla cultura, dalla poesia, dal cinema, dall’architettura, pittura ma anche dalla gente e dal caffè – ammette.
Oggi in programma una visita nei luoghi pasoliniani dei Sassi e un incontro con alcuni studenti. Anche il regista de “Il Vangelo secondo Matteo” sarebbe stato felice di un confronto fra generazioni di questo tipo.

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