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Agostino Gerardi

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POTENZA – Prosciolti il re della tarantella lucana, Agostino Gerardi, l’ex referente di un Caf del capoluogo, Felice Trapanese, e un altro imputato. Rinviati a giudizio in 24.

Si è conclusa così, ieri mattina davanti al gup di Potenza Ida Iura, l’udienza del processo sulla presunta “fabbrica” di falsi invalidi scoperta, nel 2015, dagli agenti della Squadra mobile di Potenza.

Il gup ha deciso il non luogo a procedere per diversi dei capi d’imputazioni formulati dal pm che ha coordinato le indagini, Sarah Masecchia. A partire dall’accusa di associazione a delinquere nei confronti di due presunti procacciatori di aspiranti “falsi invalidi”, Antonio Covella e la cognata Annina Di Giacomo, più l’avvocatessa di Calvello Carmela Abbate, Trapanese e tre medici del San Carlo di Potenza: Francesco Di Giovanni, radiologo; Umberto Sica, neurologo; e Aurora Leone De Magistris, oculista.

Finiranno a dibattimento, quindi, una serie di accuse “minori” nei confronti loro e dei «clienti/pazienti» che sono risultati titolari di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, pur non avendone diritto. Ma trattandosi, appunto, di reati “minori”, non è escluso che la prescrizione lasci ben poco ancora in piedi al termine del processo di primo grado.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il sistema manovrato da Covella e Di Giacomo sarebbe stato operativo per diversi anni nel capoluogo e soprattutto nei paesi dell’hinterland, reclutando anziani interessati e disponibili a fingersi invalidi, per poi accompagnarli in tutti i passaggi successivi per l’ottenimento dell’agognato assegno con l’aiuto di avvocati, sanitari e medici.

L’inchiesta era venuta alla luce a settembre del 2019 quando sono scattate le misure cautelari per sei persone. Quindi aveva raggiunto la ribalta nazionale per la presenza tra gli indagati della madre della cantante lucana, Arisa. Anche se a distanza di un anno il pm ha fatto marcia indietro nei suoi confronti chiedendo l’archiviazione delle accuse. Al musicista Gerardi, invece, venivano contestate le dichiarazioni su una serie di patologie debilitanti, in quanto incompatibili, almeno in apparenza, con i suoi concerti in piazza. Nei suoi confronti, tuttavia, il gup ha disposto l’assoluzione «perché il fatto non sussiste».

I 24 rinviati a giudizio dovranno comparire davanti al collegio presieduto da Rosario Baglioni il prossimo 2 maggio.

Contattato dal Quotidiano del Sud, l’avvocato Antonio Di Lena, che assiste Covella assieme a Domenico Sannella, ha espresso soddisfazione per la pronuncia del gup: «perché sono caduti i capi di imputazione più gravi».
«Siamo fiduciosi – ha aggiunto – che in dibattimento verrà dimostrata l’infondatezza anche delle imputazioni restanti».

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