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Lotta all’abuso d’alcool, droga e a tutte le forme di truffa. Parla il Questore di Matera Emma Ivagnes

Il senso dello Stato, il valore della legalità ma soprattutto il legame con i cittadini. Tre punti fermi dell’attività di Emma Ivagnes, Questore di Matera da gennaio ma con una storia professionale alle spalle che l’ha portata da Milano a Lecce, Bari, Reggio Calabria. Dalle proteste in piazza a quelle contro la Tap in Puglia, alla Notte della Taranta ed altre ancora, coniugare il confronto con l’equilibrio della forza sono le sue parole-chiave più importanti. Nella città dei Sassi, le criticità sono adeguate a una comunità che risulta comunque una delle più sicure d’Italia; l’attenzione però non si abbassa.

Dopo un po’ di tempo in città, che idea si è fatta di Matera?
«Ho vissuto realtà diverse fra loro: Milano è un pezzo unico, da alcuni di vista, come Lecce che comunque è molto diversa e Reggio Calabria che è un mondo a sé; l’esperienza in Calabria è stata molto importante perché ho imparato tanto sui rapporti interpersonali in ambienti particolari dove l’odore del crimine organizzato è molto forte. A Matera ho trovato una città che si presenta bene non solo per le sue bellezze naturali ma anche per la capacità di valorizzarle, per il continuo progredire che la caratterizza anche dopo l’esperienza del 2019; è un segnale che si vive ogni giorno e che fa parte del temperamento e della bontà d’animo dei lucani; alla semplicità di un tempo si è aggiunto ciò che ha provocato il fatto di essere diventata polo della cultura».

La dimensione ridotta della città può aver contribuito al fatto che Matera risulti tra le città più sicure d’Italia?
«Sì, ma è necessario che ci sia sempre la collaborazione dei cittadini. In caso contrario, anche il più capace tra coloro che gestiscono la sicurezza, non riuscirebbe a ottenere il suo obiettivo. L’atteggiamento del cittadino nei confronti del bene pubblico e la consapevolezza di questo compito, fanno parte del carattere della maggior parte dei lucani».

Lei incontra spesso gli studenti che la Polizia coinvolge in molte delle campagne nazionali di sensibilizzazione. Trova che anche le nuove generazioni sentano la stessa responsabilità degli adulti?
«Senza le famiglie si può fare ben poco, sono loro che forniscono le basi. Sono ancora emozionata dall’esperienza che ho vissuto qualche giorno fa a Nova Siri (in occasione della manifestazione organizzata per commemorare i 31 anni dalla strage di Capaci, ndr.) dove due studenti di terza media mi hanno donato un ritratto di Falcone e Borsellino che mi ha colpita molto. C’è una attenzione altissima di dirigenti e insegnanti che hanno lavorato per preparare anche i bambini delle materne e delle elementari. In questi quattro mesi a Matera ho visto un grande interesse da parte delle scuole che hanno presentato tantissime richieste per incontrarci e ci hanno accolti dopo il lavoro svolto con i ragazzi sulla cultura della legalità».

I giovani sentono di più la forza della legalità, del senso dello Stato o la vicinanza delle forze dell’ordine?
«Ho vissuto anche in realtà difficili in cui si ha quasi paura di dire che siamo poliziotti. Questa percezione non è presente in questo territorio. I bambini, ad esempio, sono stati spontanei, istintivi nelle loro reazioni di affetto quando mi hanno incontrata».

Il suo incarico a Matera richiede un forte senso di responsabilità non solo con le nuove generazioni?
«Essere donna nel mio lavoro mi ha sempre avvantaggiata; ho sempre pensato che questo non fosse un problema come mi è successo in occasioni in cui c’era da gestire l’ordine pubblico con gruppi di tifosi o manifestanti. In quei casi essere donna ha aperto di più al dialogo, insieme alla curiosità di trovarsi di fronte chi non ci si aspetta. Accade così anche oggi che sono Questore: sento forte la responsabilità, la missione legata al mio ruolo».

La forza e l’entusiasmo istintivo degli studenti di Nova Siri non possono far dimenticare, però, le criticità del Metapontino
«Le forze dell’ordine hanno assestato diversi colpi alla criminalità, come quello recente legato a episodi che avevano creato allarme sociale, un anno fa. Tutto questo, non è legato solo alla presenza di gruppi organizzati nei territori, ma a episodi come gli incendi che provocano tensione. La percezione di sicurezza era stata messa a dura prova e per questo sono soddisfatta che Squadra Mobile e autorità giudiziaria abbiano dato una risposta importante e veloce. In questo momento mi sembra che la situazione attuale sia il frutto del lavoro svolto e di quello che continuiamo a svolgere con i Reparti Prevenzione Crimine che da quando sono arrivata, due settimane al mese, si concentrano nell’area del Metapontino. Questo vuol dire posti di blocco e controlli sul territorio».

L’elezione della nuova giunta comunale di Scanzano jonico, rappresenta un altro segnale di legalità molto importante
«E’ stato un momento significativo e anche per questo mi fa piacere essere lì il 10 giugno al convegno promosso dagli Alcolisti anonimi, tradizione voluta dall’ex Questore Paolo Sirna, a cui tengo molto. Sarà una occasione per avvicinarmi ulteriormente ai centri della Provincia. Con l’arrivo dell’estate stiamo cercando di promuovere linee di intervento particolari».

Vale a dire?
«Mi riferisco, ad esempio, al consumo di alcool. Solo poche ore fa in altre regioni ci sono state tragedie provocate proprio da questo fenomeno; credo si debba puntare sulla sensibilizzazione degli esercenti, sulle regole in tema di somministrazione di alcolici su cui i nostri controlli proseguiranno anche per l’estate che allunga gli orari in cui si sta fuori casa e aumenta il pericolo che una serata in compagnia possa degenerare. Per quanto riguarda i minori, ricordo che a loro è vietata la vendita di alcolici».

Ci sono però anche altri fenomeni da tenere sotto controllo
«Le truffe on line sono in aumento e con la Polizia Postale stiamo mettendo a punto una campagna di informazione con un volantino nel quale saranno descritti i metodi più frequenti che riguardano anche i furti di identità. Nel depliant spieghiamo, ad esempio, quali sono le frasi che devono insospettire e come comportarsi. In estate, poi, bisogna stare attenti anche ai furti in appartamento che anche se a Matera non si registrano dati preoccupanti, comunque è un aspetto da non trascurare perché tocca l’intimità dei cittadini».

Lo spaccio di stupefacenti fa di questa città ancora un punto di riferimento sul mercato, una piazza che attrae ancora.
«Le basi non sono qui ma passano dai territori pugliesi, calabresi e campani che sono molto attivi. Il rifornimento però nel territorio è costante e il fine settimana in particolare concentra molte delle attività. La richiesta purtroppo c’è e riguarda tutto: dalla cocaina all’hashish all’eroina che è tornata sul mercato. Per questo ai ragazzi cerchiamo di spiegare che non esistono droghe leggere o pesanti. La droga è droga, crea conseguenze neurologiche, dà assuefazione e provoca danni anche a lungo termine».

La violenza contro le donne in città nell’ultimo anno ha registrato casi di cui che avete scoperto. Il fenomeno, insomma, non consente di abbassare la guardia nemmeno a Matera.
«La pandemia ha accentuato la litigiosità, tenendo troppo tempo le persone in casa. I caratteri diversi, così, sono emersi insieme alla insofferenza. La prima reazione è stata uscire di casa ma al tempo stesso è aumentata l’intolleranza e queste sono le conseguenze. A Matera anche se pochi, i casi sono stati più visibili. La Squadra Mobile ha un pool dedicato che si occupa soprattutto di ascoltare. Non sempre scatta la querela ma noi vogliamo che la vittima non si senta costretta a farlo, piuttosto cerchiamo di essere punto di riferimento, di aiuto. Interveniamo su situazioni delicate in cui la denuncia non è sempre la soluzione. È importante venire a raccontare i maltrattamenti che si subiscono e, se ne abbiamo la possibilità, usiamo altri interventi, dagli assistenti sociali a un numero di telefono da chiamare in caso di necessità. Per fortuna accanto a noi lavorano magistrati validi e disponibili con cui c’è uno scambio continuo».

Matera sta per vivere il suo momento più caldo: la festa della Bruna che richiede uno sforzo importante in termini di organizzazione e gestione della sicurezza. Come si prepara ad affrontare questo evento?
«Mi sono occupata di ordine pubblico in diverse occasioni ma mai per una festa di questo tipo che nasce con caratteristiche molto particolari in cui il tema della sicurezza resta centrale. Ho già cominciato a svolgere i primi incontri. La prossima settimana sarà quella importante in cui verranno coinvolti anche tutti gli altri enti. La festa che dura 24 ore ci occuperà in ogni aspetto e per questo sto studiando le formule utilizzate negli ultimi anni, faccio alcune valutazioni, approfondisco e soprattutto voglio che i materani siano soddisfatti della loro festa anche se è necessario conciliare le esigenze di sicurezza, tradizione e divertimento. Ce la sto mettendo tutta e devo dire che gli organizzatori sono aperti e coordinati e con loro c’è un ottimo dialogo così come con il Comune e il Prefetto. Ho studiato bene la processione dei pastori e anche la parte centrale di preparazione alla festa della sera che comincerà con il corteo. Quello che voglio evitare è la calca, la ressa facendo in modo che nessuno, dal personale al pubblico, corra rischi».

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