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Karen Haid a Tricarico per il raduno delle maschere

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POTENZA – La Basilicata viene scoperta per l’ennesima volta. In questo caso grazie al libro di una viaggiatrice statunitense. E’ sempre meno raro il caso di chi – per curiosità verso una terra che, Matera a parte, non è conosciuta nel mondo – ne esplora il territorio scoprendone le meraviglie.

E’ la volta di “Basilicata: Authentic Italy” di Karen Haid. Un testo autoprodotto che, nel sottotitolo, eleva la regione a testimone ideale dell’autenticità tricolore. E’ la stessa autrice che, dalla sua Las Vegas, la “città del peccato” in cui tutto è possibile ma non tutto è autentico, spiega la genesi e la realizzazione del libro, che si può trovare facilmente online, in inglese. Un dettaglio: Karen Haid risponde in un fluente italiano.

Karen, com’è nato questo libro?

«Dopo aver scritto il mio libro “Calabria: The Other Italy”, che dipinge un’immagine della Calabria attraverso la mia esperienza di quattro anni vissuti abitando, lavorando e viaggiando nella regione, la gente mi chiedeva: “Cosa scriverai dopo?”. Pensai e pensai. L’editoria convenzionale mi avrebbe indirizzato ad aggiungere un’altra opera agli scaffali dei libri su Roma, Venezia o Firenze. Questo è ciò che attira di più. Ma volevo continuare la mia esplorazione dei posti meno conosciuti e sottovalutati. Avevo già visitato Matera in passato e l’avevo addirittura inserita nel capitolo “Visitare i luoghi vicini” nel mio primo libro, ma non conoscevo il resto della regione. Che sorpresa quando iniziai ad esplorarla. E fu una grande ispirazione per una scrittrice».

Qual è la sua storia?

«Sono un’americana, nata e cresciuta in New Jersey, con origini per lo più tedesche. Ho un dottorato di ricerca in musica, e ho lavorato per tanti anni in quel campo. Mi piace viaggiare, conoscere altre culture e studiare le lingue. Attualmente abito a Las Vegas».

Può darci una sua impressione della Basilicata e dei lucani?

«Guardando la cartina geografica, la Basilicata si trova nel mezzo tra la Campania, la Puglia e la Calabria, e sembrerebbe una regione piccola. Poi, quando ho iniziato a viaggiare, ho scoperto che era una bomboniera con tante sorprese dentro: le montagne maestose, le splendide coste, l’archeologia intrecciata con la sua storia, le bellissime chiese, i monumenti, le tradizioni e naturalmente l’ottima cucina con i prodotti tipici. E la ciliegina sulla torta sono i lucani. Dalle città ai piccoli paesi, ho incontrato gente molto cordiale e piena di valori».

Quali sono i luoghi che le sono piaciuti di più?

«Per me, a una domanda del genere è sempre difficile rispondere di fronte a così tanta bellezza, cultura e umanità. Alcuni ricordi vengono in mente in questo momento: camminare nel fiume Mercure, sorseggiare un bicchiere di Aglianico del Vulture, godere la vista dal Cristo Redentore, dormire nei Sassi…».

Nel libro parla anche della storia lucana?

«Per riuscire a dare un quadro completo della regione, parlo molto della storia, partendo dai tempi preistorici fino ai tempi nostri, evidenziando anche il brigantaggio e l’emigrazione».

Oltre agli aspetti che le sono piaciuti ci sono, a suo parere, aspetti da cambiare in Basilicata?

«Questa domanda mi ricorda un amico gallese, che da giovane si è trasferito a Reggio Calabria. Essendo uno dei pochi stranieri lì, è stato intervistato e gli è stata posta proprio questa domanda. A lui Reggio era piaciuta moltissimo e disse di no, ma il giornalista gli fece pressione, così lui rispose che non andava pazzo per il modo in cui guidavano. Per anni lo definirono come “quell’orribile inglese che parlava male della Calabria”. Tornando alla domanda, nello scrivere il libro volevo parlare delle bellezze, ma volevo anche dare un volto umano alla terra. Ci sono tanti libri che descrivono una scena bellissima dopo l’altra. Poi ce ne sono altri che abbattono il lettore con i suoi problemi. E il povero lettore finisce per non avere la minima nozione di come sia veramente il luogo. Cerco di mettere il lettore al mio posto, in modo che possa vivere la cultura in modo personale attraverso le mie esperienze».

Ha stretto amicizie in Basilicata? Pensa di tornarci?

«Durante i miei viaggi ho conosciuto tantissime persone, ed è naturale avere delle amicizie nei posti in cui sono stata. Sicuramente ritornerò per trovare le persone e anche per vedere di più della regione».

Quali sono le reazioni al libro in questi primi giorni dalla pubblicazione?

«La gente ne è molto entusiasta».

Nuovi progetti?

«Stavo parlando su questo tema con mio padre l’altro ieri, e lui disse che meritavo una pausa. Risposi: “Cosa ne pensi, due mesi?” E lui ribatté: “Stavo pensando a una settimana”. Quindi dopo queste due settimane di riposo, continuerò qualche progetto già in corso: la traduzione del mio libro sulla Calabria in italiano, il mio blog sull’Italia e l’organizzazione dei viaggi quando potrò farlo con sicurezza».

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