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CATANZARO – Si è svolto oggi, in presenza dei difensori di fiducia Ramona Gualtieri e Agostino De Caro, l’interrogatorio di garanzia del giudice Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d’appello di Catanzaro e presidente della Commissione provinciale tributaria, arrestato mercoledì scorso con l’accusa di corruzione in atti giudiziari (LEGGI LA NOTIZIA).

Il magistrato, detenuto nella Casa circondariale di Salerno, ha risposto alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio durato quasi quattro ore e ha negato le contestazioni mosse con l’indagine denominata “Genesis”. Petrini ha precisato, scrivono i legali, «come per una vicenda giudiziaria in cui gli si contesta di essere legato ad un avvocato di Catanzaro che sarebbe stato favorito in forza di un intreccio illecito tra i due, sono stati irrogati tre ergastoli quando in primo grado i due imputati avevano avuto trenta anni ed uno era stato assolto».

Ha spiegato, inoltre, «le ragioni per cui si trovava con quei soldi in contanti di cui ai filmati effettuati nel corso delle indagini, evidenziando che il denaro era frutto di un prestito documentato, peraltro, da un’intercettazione depositata in atti».

Secondo quanto evidenziato dagli avvocati difensori, Petrini «ha obiettato come nessun provvedimento da lui adottato può essere a lui addebitato come illecito. Ha replicato alla contestazione di non avere ammesso l’esame di un pentito in forza di un rapporto con un’avvocatessa, che in quel processo furono ammessi altri cinque pentiti e che quel pentito era stato citato a rispondere per fatti che nulla avevano a che vedere con quello in corso di giudizio. Ha poi aggiunto che in ogni caso quel processo si concludeva con una sentenza di condanna».

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