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Filippo Mancuso

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CATANZARO – «Io ho la coscienza posto, so quello che ho fatto e so di avere fatto bene». Lo ha detto all’AGI il consigliere regionale della Lega Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria in pectore, commentando la notizia della richiesta del rinvio a giudizio formulata a suo carico dalla Procura di Catanzaro nell’ambito del procedimento “Gettonopoli” su una presunta indebita percezione dei gettoni di presenza nelle commissioni permanenti del Comune di Catanzaro.

Mancuso è coinvolto nell’inchiesta nella sua qualità di consigliere comunale, carica dalla quale si è dimesso nei mesi scorsi.

«Sono fiducioso che sarà fatta luce sul mio comportamento lineare», aggiunge Mancuso. Oltre che per Mancuso, la Procura di Catanzaro ha chiesto il processo per altri 18 consiglieri comunali del capoluogo: inizialmente la pubblica accusa aveva proposto l’archiviazione per gli indagati per “tenuità del fatto”, ma il 26 ottobre il Gip ha disposto che entro 10 giorni la Procura riformulasse l’imputazione a loro carico, cosa che è avvenuta ieri.

Mancuso è l’uomo indicato per la presidenza del Consiglio regionale, come ha ribadito ieri a Catanzaro Matteo Salvini. Lo ribadisce anche il commissario del partito, Francesco Saccommanno.

«Noi proporremo Mancuso perché stiamo parlando di accuse lievi, al punto che la stessa Procura aveva chiesto l’archiviazione. Poi se ci dovesse essere il rinvio a giudizio – dice – vedremo il da farsi, ma siamo sicuri dell’estraneità di Mancuso, persona irreprensibile, ai fatti contestati».

Il punto è capire se il presidente Occhiuto ha voglia di rischiare di vedere il suo presidente del consiglio regionale a processo con quello che può conseguire, vista il tipo di accusa, come can can mediatico.

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