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La Questura di Cosenza

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COSENZA – Gli investigatori dello Sco e delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, con il supporto della Polizia scientifica, hanno arrestato a Cassano allo Ionio il latitante Luigi Abbruzzese, di 29 anni (FOTO) .

(GUARDA IL VIDEO DEL MOMENTO DELL’ARRESTO) Irreperibile dal 2015, era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi. Abbruzzese è il capo dell’omonima cosca, egemone nella Sibaritide. L’uomo è stato condannato in appello a 20 anni per traffico di droga ed è destinatario di una misura cautelare sempre per droga. Secondo le  notizie diffuse dagli investigatori, nel momento della cattura Abbruzzese aveva 2 pistole, munizioni e  documenti falsi.

Plauso alle forze dell’ordine è stato espresso dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Oggi all’alba, in provincia di Cosenza, la Polizia ha arrestato il boss della ‘ndrangheta Luigi Abbruzzese, ricercato da anni. Orgoglioso delle nostre Forze dell’Ordine, sono sicuro – ha detto – che insieme a loro cacceremo i mafiosi paese per paese».

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa, svoltasi a Cosenza, alla quale erano presenti il procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, il questore di Cosenza, Giovanna Petrocca, il dirigente dello Sco della polizia, Marco Garofalo, e il capo della Squadra mobile cosentina, Fabio Catalano.

Luigi Abbruzzese, figlio di Francesco (alias “dentuzzo”, attualmente in carcere per scontare condanne definitive all’ergastolo, che secondo gli inquirenti è stato il fondatore dell’omonimo clan), è considerato il reggente della cosca. A lui gli investigatori sono arrivati dopo indagini durate un anno e mezzo con metodi tradizionali (senza ausilio di collaboratori). Secondo la ricostruzione dei poliziotti, Abbruzzese era rientrato nel Cosentino da circa un mese, dopo aver trascorso gran parte della sua latitanza in Germania.

La scorsa notte, circa 40 poliziotti hanno fatto irruzione in una villetta di Cassano Ionio, nella disponibilità di parenti dell’uomo. L’abitazione si trova nell’area considerata il “fortino” del “clan degli zingari”. Due persone, parenti della convivente di Abbruzzese, sono state arrestate con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’uomo.

Luigi Abbruzzese era latitante dopo essere sfuggito alla cattura in un’operazione contro un traffico internazionale di stupefacenti. Nel giugno del 2016 il provvedimento di cattura era stato esteso in campo internazionale. Abbruzzese, per gli investigatori,   era riuscito ad intessere rapporti con altri gruppi criminali di ‘ndrangheta e ad avere diretti contatti con i colombiani per la cocaina, con l’Afghanistan per l’eroina e con l’Albania per la marijuana.

Abbruzzese, ha sottolineato il procuratore Gratteri, “non è uno qualunque: è a capo di un locale di ‘ndrangheta in crescita, legittimato a intessere rapporti diretti con i principali canali di approvvigionamento della droga. Con questa cattura – ha aggiunto il capo della dda di Catanzaro – abbiamo congelato l’operatività dei vertici del clan”.

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