L’arresto di Vittorio Palermo (LEGGI) nell’ambito dell’inchiesta Alibante, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha suscitato una ondata di incredulità e sconcerto nella città di Cosenza tra le persone che conoscono Palermo,

A farsi testimone di questo sentimento diffuso è anche il mondo dell’Unical di Rende, dal quale proviene una nota (con tanto di quasi 300 firme) promossa dal professore Pietro Fantozzi in cui, oltre all’affetto nei confronti di Palermo viene testimoniata «la convinzione maturata, anzi radicata nella lunghissima conoscenza personale e nella collaborazione di lavoro e ricerca, della sua assoluta distanza culturale e di vita da situazioni, fatti e persone per come leggiamo nei gravissimi capi di imputazione a suo carico».

Il documento, inoltre, rimarca come «il nostro rispetto per le Istituzioni, e per la Magistratura, supporta questa convinzione, e confidiamo nel più solerte accertamento dei fatti, che non potrà non riconoscere l’onestà e la professionalità di Vittorio Palermo».

I firmatari esprimono la volontà di «contribuire, per quello che è possibile, a ricostruire ed evidenziare la storia di vita di questa persona: padre ammirevole, ora anche nonno delicatissimo, insegnante universitario integerrimo, costruttore di forti e lunghe relazioni con associazioni cattoliche e laiche impegnate nel mondo del volontariato, persona leale, trasparente che svolge le sue attività alla luce del sole, sempre ispirata da ideali di solidarietà e da fini conseguenti».

I firmatari della lettera