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Il liceo "Tommaso Campanella" di Belvedere Marittimo

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BELVEDERE MARITTIMO (COSENZA) – Continua a far discutere la vicenda oggetto di indagini da parte della Procura di Paola, relativa alla presunta tentata violenza sessuale aggravata nei confronti di alcune studentesse e alle presunte molestie in un luogo pubblico contestate ad un insegnante, ora sospeso, dei licei “Tommaso Campanella” di Belvedere Marittimo.

Al momento, l’insegnante è destinatario di un’ordinanza dispositiva di misura cautelare personale emessa il 22 gennaio scorso, a firma del giudice per le indagini preliminari, Rosamaria Mesiti.

Inoltre, si apprende che la Procura di Paola ha notificato una richiesta di incidente probatorio al Giudice. L’indagato e le parti offese  compariranno davanti all’autorità giudiziaria, eventualmente anche in forma protetta, per acquisire e cristallizzare le eventuali prove.

LE INDAGINI

In fase di indagini, come è ormai noto, il Gip ha respinto la richiesta del Pm degli arresti domiciliari ed ha disposto la “sospensione dall’ufficio di insegnante”, con l’interdizione da tutte le attività per un periodo di 12 mesi. La tentata violenza sessuale, nella fase delle ipotesi di accusa, è contestata perchè l’insegnante avrebbe preso alle spalle e tirato con forza un’alunna e, si legge: “poneva in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere la stessa a subire atti sessuali consistiti in toccamenti, evento non verificatosi per cause indipendenti dalla sua volontà”.

Le altre ipotesi di accusa si basano su frasi che sarebbero state pronunciate durante le lezioni e che danno luogo all’ipotesi del reato delle molestie. Sarebbero state pronunciate frasi del tipo: “fammi vedere le unghie“; “toccati i capelli che ti metto 10”; “non sai cosa ti farei, non te lo posso dire se no mi arrestano“; “Ti dipingerei come la venere di Botticelli”; “Sei il mio prototipo di donna”; “secondo me sei abbordabile”;  avrebbe appellato come “giullare” un’alunna “perché si copriva troppo”; avrebbe accarezzato il viso pronunciando espressioni del tipo: “tu sei piccola e nella botte piccola c’è il vino buono”.

LA DENUNCIA

Il procedimento trae origine dalla denuncia-querela sporta il 9 novembre 2021, presso la stazione carabinieri di Belvedere Marittimo. Uno degli episodi sarebbe avvenuto nel corso della ricreazione, “sebbene – si legge – non dovesse svolgere alcuna lezione e, dopo aver proferito nei suoi riguardi testuali parole: “Tu sei piccola e nella botte piccola c’è il vino buono, sei bellissima”, iniziava ad accarezzarle il viso in maniera repentina ed inaspettata”. Gli interrogatori sono avvenuti in modalità protetta, alla presenza di un esperto in psicologia. L’ipotesi formulata è che l’indagato: “travalicando i limiti dell’ambito professionale ed abusando della sua posizione, si lasciava andare a complimenti ed apprezzamenti nei confronti delle ragazze, mettendole in imbarazzo e condizionandole nel loro agire”.

Si ipotizza anche una “escalation del  comportamento, passando dai complimenti ed apprezzamenti effettuati in Dad, durante l’anno scolastico precedente, a veri e propri comportamenti molesti durante l’anno scolastico in presenza”.

L’INTERVENTO DELL’AVVOCATO LISERRE

Francesco Liserre è il difensore di fiducia di alcune ragazze minorenni. Il legale, che non vuole entrare nel merito della vicenda, interviene su una diretta televisiva di Rai Uno, all’interno del programma “Storie Italiane”. “Avevo deciso – scrive – concordemente alle ragazze da me rappresentate e ai rispettivi genitori, di evitare, doverosamente, su tale caso, quell’inevitabile risalto mediatico ad esso sotteso, ben consapevole che solo la centralità della fisiologica contrapposizione dialettica processuale, possa e debba rappresentare, nell’affermazione del primato della giurisdizione, l’unica regola per l’accertamento della verità, anche per esecrabili ipotesi di reato di obiettivo allarme e riprovazione sociale. Tuttavia, dopo aver ascoltato, tra stupore e biasimo, il tentativo dell’ex dirigente, di difendersi, appassionatamente, da ingenerati e maliziosi dubbi sulla sua irreprensibile e immacolata funzione di vigilanza,  non potrò sottrarmi da alcune riflessioni”.

L’ex dirigente dei Licei esclude “che si siano verificate anche solo ipotesi, anche se solo ventilate, di notizie o allusioni”; perché – commenta l’avvocato Liserre – se così fosse stato, lei ne sarebbe venuta a conoscenza attraverso la rete privilegiata dei rappresentanti di studenti e dei genitori, con la quale comunicava tramite gruppi whatsapp. Orbene, volendo astenermi da ulteriori e pleonastiche digressioni, vorrei evidenziare, all’ex dirigente che, certamente, la rete dei suoi informatori non poteva essere depositaria di assiomatiche e incontrovertibili verità, appartenenti ad altre e ben diverse categorie metafisiche”.

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