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Il luogo della tragedia del mosto

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PAOLA (COSENZA) – I componenti della famiglia Scofano-Carnevale, colpita sabato scorso dall’immane tragedia del “mosto killer”, che ha causato ben quattro morti nel garage di contrada “Carusi”, dove era in corso la preparazione del vino, raccontano in esclusiva al Quotidiano del Sud, con dovizia di particolari, i momenti drammatici in cui si sono resi conto che i loro cari avevano perso la vita – Giacomo e Valerio, Santino e Massimo – nonché le concitate fasi del soccorso ai parenti rimasti feriti: una donna e un giovane della famiglia che si erano adoperati per trascinare fuori dal garage i congiunti, ancora vivi ma svenuti a causa delle esalazioni provenienti dalla vasca contenente il mosto.

Hanno poi colto l’occasione, i congiunti della famiglia Scofano, per esprimere ringraziamento e gratitudine a quanti, tra religiosi, rappresentanti istituzionali e cittadini, si sono stretti attorno a loro in questo drammatico momento, aggravato da un ulteriore e incredibile fatto luttuoso: il decesso del 68enne fuscaldese Pietrangelo Scofano, coinvolto l’altro ieri sera nel grave incidente stradale verificatosi sotto la galleria di Guardia Piemontese (LEGGI). Pietrangelo era il cognato di Santino e lo zio di Massimo, ed aveva partecipato alle esequie funebri al Santuario di Paola, mercoledì pomeriggio, per porgere l’ultimo saluto ai propri cari. Ma, qualche ora più tardi, anche a Pietrangelo è toccato un destinato tragico, perdendo la vita, l’altro ieri, a causa di un maledetto incidente d’auto.

Un dramma nel dramma, dunque, che ha ulteriormente scosso una famiglia già fortemente provata da una tragedia di proporzioni enormi.

E ieri, quando ci siamo recati in località Carusi, previo accordo telefonico con una parente delle vittime, abbiamo subito trovato persone straordinariamente ospitali e cordiali, ma visibilmente provate sia per la tragedia di sabato sia per l’incidente d’auto dell’altro ieri sera, verificatosi sulla Strada statale 18 a Guardia Piemontese, in cui è deceduto l’altro sfortunato congiunto.

Ma andiamo alla ricostruzione dei fatti di sabato scorso. A perdere la vita per le esalazioni provenienti da una vasca piena di mosto d’uva in fase di fermentazione, sono stati i fratelli Giacomo e Valerio Scofano, di 63 e 50 anni, e Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio, di 70 e 40 anni. I congiunti raccontano che non era questa la prima volta che i componenti della famiglia producevano importanti quantità di vino per consumo casalingo. Le vittime della vendemmia, infatti, da diversi anni effettuavano le stesse identiche operazioni, con molta cura e meticolosità, avendo appreso sul campo tecniche e accorgimenti. Operazioni coordinate da Giacomo, molto legato alle tradizioni di famiglia. Tant’è che lo stesso 63enne aveva sempre evitato di velocizzare la vendemmia attraverso l’utilizzo di macchinari industriali per timore di alterare il prodotto finale.

Questa volta, però, qualcosa non è andata per il verso giusto; un errore, una distrazione, qualcosa di insolito e inaspettato che ha colto tutti di sorpresa, anche chi il mestiere lo conosceva molto bene, come Giacomo e Santino, ma anche Valerio e Massimo che hanno sempre partecipato alle varie vendemmie. Raccogliendo la testimonianza di familiari, pertanto, siamo riusciti a ricostruire gli ultimi tragici momenti della vita di quattro sfortunati lavoratori, uniti oltre che da rapporti di parentela, anche da un grande amore per la terra ed i suoi prodotti, nonché per le tradizioni vecchie che si sono trascinate fino ai giorni nostri.

A casa Scofano il vino veniva prodotto al piano terra di uno stabile di tre piani, dove si trovano due finestre: una posizionata sulla vasca per il mosto ed un’altra presente al piano superiore del medesimo locale. Giovedì mattina, due giorni prima della tragedia, l’uva prodotta nei vitigni di famiglia era stata raccolta e depositata nel locale posto al piano terra – raccontano i parenti – prima di divenire oggetto di lavorazione e, successivamente, giungere alla trasformazione in mosto, lasciato a riposare in una vasca dedicata fino a sabato mattina. Intorno alle ore 11, pertanto, Santino, Franco, Giacomo e Massimo sono entrati nel magazzino per accertarsi a che punto fosse il mosto.

Ognuno era intento a fare qualcosa. Santino, dopo essere entrato nella vasca – prosegue il racconto – ha sollevato un secchio per controllare la consistenza del liquido ma, improvvisamente, è rimasto bloccato, in preda a convulsioni. Immediatamente è corso in suo aiuto Franco, fratello di Giacomo e Valerio, per tentare di sollevare il congiunto, ma anche quest’ultimo ha iniziato ad accusare forti vertigini, senso di nausea e mancamenti. Tant’è che si è trascinato fuori dal locale con segni di intossicazione. E’ poi toccato a Giacomo Scofano, che aveva appena assistito alla scena, tentare il salvataggio del malcapitato, ma anche lui – peraltro acciaccato a causa di pregressi problemi di salute – è svenuto quasi subito. Massimo Carnevale, vedendo il padre Santino privo di sensi dentro la vasca, e lo zio Giacomo che giaceva esanime nel mosto, non ha esitato ad intervenire con tempestività, lanciandosi in aiuto ai due parenti. Purtroppo, i gas sprigionati dalle sostanze presenti all’interno dei locali, non dato scampo nemmeno a lui. Intanto, Valerio e un’altra parente, nell’udire urla provenienti dal magazzino ove era in corso la vendemmia, si sono precipitati per capacitarsi su cosa stesse accadendo e prestare aiuto ai malcapitati.

La scena che si è presentata ai loro occhi è stata agghiacciante – prosegue il racconto – notando tutti quei corpi riversi nella vasca. La donna si è subito avvicinata al mosto ed è svenuta per le esalazioni, mentre Valerio, quasi contestualmente, è rimasto pietrificato proprio all’interno della vasca a causa delle esalazioni letali. Nello stesso istante è sopraggiunto dentro i locali un cugino delle vittime che è riuscito a portare in salvo la donna, trascinandola fuori dalla vasca. La stessa è stata rianimata dal nipote e da altri parenti, giunti in aiuto. Sul posto, allertata dai familiari delle vittime, è poi arrivata l’unità operativa “Suem 118”, i cui operatori hanno tentato di rianimare Valerio Scofano, senza però riuscirci.

Il bilancio finale, tristemente noto, è di quattro morti e due feriti (uno più lieve). Ieri, nell’abitazione di località Carusi, le famiglie Scofano e Carnevale,  affrante per la tragica e improvvisa scomparsa di quattro congiunti e per il tragico destino che il giorno successivo ha strappato al loro affetto anche Pietrangelo Scofano, tramite il “Quotidiano del Sud” hanno voluto ringraziare tutte quelle persone che, in un momento così difficile, hanno manifestato la loro vicinanza, il loro cordoglio e il loro calore. «Un grazie di vero cuore a tutti» – hanno dichiarato – in particolar modo «a don Sandro Sferrazzo, parroco di Scarcelli (frazione di Fuscaldo), che è stato insieme a noi per darci sostegno e conforto, celebrando la messa per i nostri cari». Un grazie di cuore viene rivolto anche a «padre Domenico Crupi, amorevole e sempre disponibile ed attento alle esigenze di tutta la famiglia, nonché a Matteo Golizio – l’organista che ha suonato durante la messa – ed a Sonia Berardi che ha riunito tutto il coro».

Un ringraziamento della famiglia Scofano-Carnevale viene poi rivolto «al sindaco di Paola, Roberto Perrotta, ed al neo sindaco di Fuscaldo, Giacomo Middea, per la propria presenza e disponibilità, nonché a tutti i cittadini ed i commercianti che ci hanno dimostrato tanto affetto. In un momento così difficile, il calore e la vicinanza di così tante persone ci hanno dato conforto», hanno concluso.

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