X
<
>

Villa Torano

Condividi:
2 minuti per la lettura

TORANO CASTELLO (COSENZA) – «La vera, grande, pesante sconfitta della Presidente Santelli non è certo la sentenza del Tar della Calabria di oggi, che annulla la sua ordinanza sulle prime riaperture (che io invece condivido), ma la grave vicenda di Villa Torano, l’assurda, ingiustificata prigionia che (sulla base di un dato falso sul numero reale dei contagiati del nostro comune, addirittura raddoppiato: 80 anziché 40, e tutti collegati solo alla Rsa) ha inflitto, per 26 giorni, ai 5000 abitanti, blindando un comune, Torano Castello, completamente fuori dall’epidemia, che domani sarà costretta a liberare».

È quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che sta portando avanti una dura battaglia per la riapertura del suo paese. Per quanto accaduto si appresta anche a presentare una denuncia querela alle Procure della Repubblica di Catanzaro e Cosenza, ipotizzando gravi ipotesi di reato come sequestro di persona aggravato, abuso di potere, falso ideologico, danni morali e materiali.

«Mentre anche le guarigioni dei positivi di Villa Torano continuano, per fortuna, a ritmo incessante – pone l’accento Corbelli – domani Torano Castello, dopo 26 giorni di ingiusta prigionia, sarà finalmente liberata. Resteranno le macerie (morali, sociali, economiche…) e il danno d’immagine devastante che è stato fatto alla nostra comunità, irresponsabilmente da qualcuno definita addirittura la nuova Codogno».

Il leader del Movimento Diritti Civili si dice certo che «Torano, ferita, colpita al cuore, saprà subito rialzarsi e ripartire. Dimostreremo all’Italia e al mondo – evidenzia in una nota – che siamo stati vittime di una grandissima ingiustizia, perché Torano è un comune sano, non interessato minimamente dall’epidemia, che non andava assolutamente chiuso e tenuto blindato e sotto assedio dal 14 aprile, per una vicenda, quella di Villa Torano (Rsa distante 10 km dal centro abitato di Torano Castello!) che interessa oltre 14 comuni del circondario (nessuno dei quali è stato chiuso!), che andava gestita – secondo Corbelli – in un solo modo: chiudendo subito (anche se temporaneamente) la Rsa, luogo del contagio, non invece imprigionando in casa 5000 cittadini (nessuno dei quali neppure lontanamente sfiorato dal contagio!) con gravissimi disagi per le famiglie, i bambini, i malati, i disabili, gli anziani, i lavoratori di tutte le categorie. Adesso dopo la liberazione e la fine della immotivata, pazzesca prigionia, aspettiamo che venga fatta Giustizia per quanto di gravissimo è accaduto».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE