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Il teatro Rendano

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COSENZA – Si aprirà con “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, la 56ma stagione lirica del Teatro Rendano di Cosenza. Il sipario si alzerà venerdì 3 marzo alle 20.15 (in replica domenica 5 alle 17.30) con la regia di Aldo Tarabella, l’orchestra del teatro Rendano e il coro lirico “F. Cilena”.

L’allestimento è in collaborazione con il Teatro del Giglio di Lucca. Il programma è stato presentato dal direttore artistico Lorenzo Parisi e da Giampaolo Calabrese dirigente del settore cultura del Comune di Cosenza.

«Il filo conduttore di questa stagione lirico-sinfonica del Rendano – ha detto Parisi – sarà l’incantesimo. Il progetto culturale di questa stagione è unitario. L’idea di dare al cartellone un’unitarietà di pensiero si sposa con la campagna abbonamenti che da qualche anno stiamo promuovendo. Incentivare gli abbonamenti con gli sconti non significa solo fidelizzare il pubblico, ma significa spingere nuovo pubblico a frequentare il teatro e a vivere l’esperienza unitaria di questa proposta culturale. Raccontiamo l’incantesimo con la musica, con la danza, con l’opera. Ciò che è culturale presuppone una partecipazione consapevole».

Il cartellone prosegue sabato 1 aprile con “Il Mantello di pelle di Drago”, con la compagnia Jas Art Ballet – solisti Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta – e musiche di Sostakovic, Khacaturjan e Bizet. Sabato 8 maggio “Le 8 Stagioni” di Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla, violino solista Stefan Milenkovic. Infine, venerdì 19 maggio (replica domenica 21 maggio alle 17.30) “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizzetti, direttore Carlo Goldestein, regia Rocco Pugliese, orchestra del teatro Rendano e coro lirico “F. Cilena”.

«Il teatro – ha sostenuto il sindaco Mario Occhiuto – rappresenta per la città una sorta di tempio, è la Cattedrale della cultura ed è quindi un presidio che noi non abbiamo voluto in questi anni abbandonare, nonostante i tagli di risorse con cui ci siamo dovuto confrontare. Abbiamo perso più di dieci, dodici milioni di euro di risorse che venivano trasferite dallo Stato al Comune. In una situazione del genere i Comuni sono portati a tagliare nel settore della Cultura. Così è avvenuto nei teatri del Sud, ma anche in città importanti dove è stata ridotta o ridimensionata la programmazione. Noi, nonostante le ristrettezze finanziarie, abbiamo voluto puntare sulla qualità e valorizzare il percorso della musica cosiddetta colta. Il livello del programma è alto e abbiamo inteso continuare a far leva sulla nostra Orchestra e sui talenti locali. Se a Cosenza ci sono artisti di valore, non possiamo non tenerne conto. Bisogna fare ogni sforzo possibile per investire nella musica».

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