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Il vaccino Astrazeneca

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COSENZA – In Calabria sono 102mila 845 le persone sotto i sessant’anni che hanno ricevuto una dose del vaccino AstraZeneca. Altre 19mila 124 sotto i 60 hanno invece ricevuto anche la seconda dose. In totale, stando ai dati resi noti da Covida.tk, il progetto sviluppato da Francesco Branda, dottorando in Information and Communication Technologies e ricercatore dello SCALab – Università della Calabria, sono 121.969 i calabresi che hanno ricevuto il siero a vettore virale anglo-svedese.

E ora chi era in attesa di rischiamo adesso si trova davanti ad una grandissima incognita e la tentazione di mollare tutto in questo mare di incertezze, smentite e contro repliche.

Il rischio è di compromettere tutto dopo che dal ministero è piombato il definitivo divieto alle somministrazioni di AstraZeneca sotto i sessant’anni e le colpe sono equamente distribuite. perché da una parte da Roma non si è riusciti a centralizzare in maniera netta il sistema vaccinale, dall’altra le Regioni, Calabria compresa, hanno fatto un po’ come volevano rincorrendo il mito della performance a tutti i costi. In Calabria quelle quasi 103mila iniezioni sono state effettuate fino a ieri nonostante tutto. E questo grazie ad una particolare “interpretazione” delle indicazioni nazionali. Secondo la Protezione civile fino ad oggi si è fatta molta attenzione in fase di anamnesi prima di decidere cosa somministrare. La realtà è che invece moltissimi cittadini si sono scontrati con un muro di informazioni poco chiare che hanno ulteriormente alimentato diffidenze. Per non parlare dell’assoluta discrezionalità in sede vaccinale da parte degli stessi medici. I cittadini sono stati lasciati soli nel cercare di scalare una classifica.

Nonostante le indicazioni ministeriali era comunque necessario togliere la Calabria dall’ultimo posto in classifica per numero di vaccinazioni e farne una conquista “politica”. Ci si è affidati al generale Figliuolo e al mito dell’efficienza, somministrando un vaccino “sconsigliato”, in alcuni casi anche a chi ha compiuto poco più di vent’anni.

LE ASP HANNO ANTICIPATO LA PROCIV

Ieri, prima ancora che il Cts si pronunciasse definitivamente, ci avevano pensato le Asp a chiudere la partita. Ancora una volta non è stata la Protezione civile a stabilire il da farsi ma le singole Aziende provinciali. Ha iniziato Reggio Calabria con il blocco delle somministrazioni, a catena anche Catanzaro. A Vibo già da qualche giorno non si somministrava più AstraZeneca, mentre Cosenza e Crotone si sono mosse a macchia di leopardo. Poi, a giochi fatti, la Prociv si è espressa: «La Regione Calabria attua pienamente e immediatamente le decisioni del Cts. AstraZeneca potrà essere somministrato soltanto a chi ha più di 60 anni; mentre per i richiami dello stesso vaccino verrà utilizzato Pfizer e Moderna. È questa la decisione del Comitato Tecnico Scientifico che la Calabria attua pienamente e immediatamente, fermo restando ulteriori specifiche che potrebbero arrivare dal Governo nazionale».

IL PROBLEMA RICHIAMI, TEMPI UGUALI E RISCHIO RINUNCE

Insomma, la Calabria adesso deve recuperare almeno 103mila dosi di Pfizer o Moderna in più e cercare di combattere la ormai giustificatissima diffidenza di chi è stato vaccinato con il vaccino anglo-svedese negli ultimi mesi. Al momento non ci sono certezze sull’inoculazione di vaccini differenti, mentre le indicazioni sui tempi da rispettare tra la prima dose e l’eventuale richiamo sono di 8-12 settimane dopo la prima dose. Viste le condizioni condizioni la campagna vaccinale in Calabria è già compromessa. 

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