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I cartelli per l'accoglienza a Riace

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CROTONE – Nell’inchiesta della Procura di Crotone, che mercoledì ha portato all’arresto di 24 persone con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (LEGGI I DETTAGLI), c’è anche un tutor dello Sprar che, alcuni anni fa, aveva redatto le relazioni ispettive che poi hanno portato all’inchiesta sul “modello Riace” e all’arresto dell’ex sindaco Mimmo Lucano.

Si tratta dell’avvocato Sergio Trolio, finito ai domiciliari perché, secondo i pm di Crotone, avrebbe garantito «la stabile predisposizione ad autenticare falsamente la firma dei clienti del sodalizio, così simulando la loro presenza in Italia».

In sostanza, Trolio e gli altri tre avvocati arrestati nell’inchiesta «si occupavano del relativo procedimento per il riconoscimento del diritto di asilo avvisando i clienti quando era necessario che tornassero dall’Iraq in Italia per sostenere fasi del procedimento a presenza fisica necessaria al fine di assicurare il rilascio del titolo di soggiorno in violazione delle norme sostanziali e procedurali in materia».

Nel luglio 2019, Trolio è stato testimone della Procura di Locri nel processo contro Mimmo Lucano. In aula aveva riferito delle presunte criticità del “modello Riace” travolto dall’indagine “Xenia” (LEGGI LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE).

«Naturalmente, l’avvocato Trolio – ha commentato Mimmo Lucano – è stato arrestato ma non condannato. Di certo però la sua relazione su Riace, e quella degli altri ispettori dello Sprar e della Prefettura, ha dato il via all’indagine nei miei confronti. È il secondo testimone del pm di Locri che finisce indagato da un’altra Procura per vicende che riguardano la gestione dei migranti. Io sto aspettando che il mio processo si concluda. Prima o poi si chiarirà tutto quello che è successo a Riace».

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