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Indagati monitorati nel corso dell'inchiesta

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CROTONE – Nove condanne e due sole assoluzioni nel processo scaturito dall’inchiesta che nel febbraio 2021 portò all’operazione Ikaros, quella che vede coinvolti avvocati e pubblici ufficiali e avrebbe fatto luce su un intreccio di condotte illecite finalizzate a favorire l’ingresso e la permanenza nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari e l’ottenimento del beneficio della protezione internazionale anche a chi non ne aveva i requisiti ma era interessato soltanto a un titolo che consentisse libertà di movimento in Italia e in Europa.

Il Tribunale penale presieduto da Elvezia Cordasco ha inflitto 10 anni e 2 mesi di reclusione a Salvatore Andrea Falcone, di 39 anni, di Crotone (per il quale erano stati chiesti 11 anni e 11 mesi); 3 mesi a Intzar Ahmed (41), pakistano, per il quale erano stati chiesti 2 mesi e 1 anno; 6 anni a Rachida Lebkachi (57), marocchina, per la quale erano stati chiesti 5 anni e 4 mesi; 4 anni e 8 mesi a Kasro Mohammed (34), iracheno, per il quale erano stati chiesti 5 anni e 4 mesi; 5 anni e 4 mesi a Irene Trocino (46), di Crotone, per la quale erano stati chiesti 5 anni; 4 anni, 3 mesi e 15 giorni a Sergio Troilo (54), di Crotone, per il quale erano stati chiesti 3 anni e 11 mesi; 4 anni, 8 mesi e 15 giorni a Gabriella Panucci (52), di Crotone, per la quale erano stati chiesti 4 anni e 4 mesi; 9 mesi a Alfonso Bernardis (61), di Crotone, per il quale erano stati chiesti 1 anno e 3 mesi; 4 anni e 15 giorni a Edriss Mahmoudzadeh, per il quale erano stati chiesti 3 anni e 7 mesi.

Sono stati assolti Rocco Meo (57), di Crotone, per il quale era stato chiesto 1 anno e 6 mesi, e Makwan Karim (47), iraqeno, l’unico per il quale era stata chiesta l’assoluzione.

Sostanzialmente accolte le richieste del pm Alessandro Rho, che nella sua requisitoria ha ricostruito l’operatività di due presunte associazioni a delinquere, con punti in contatto. In rilievo è balzata inizialmente la posizione dell’avvocato Salvatore Andrea Falcone, ritenuto il vertice di uno dei due gruppi criminali, che, con la collaborazione di intermediari e faccendieri stranieri, avrebbe offerto assistenza, garantendo una pluralità di servizi illeciti, a numerosi cittadini extracomunitari bisognosi di ottenere titoli che consentissero la permanenza in Italia. Il tutto attraverso la predisposizione di attestazioni fasulle, anagrafiche e di residenza, circa la presenza sul territorio nazionale.

Ma è emersa anche la posizione di altri avvocati, Irene Trocino, Sergio Troilo e Gabriella Panucci, che avrebbero fatto parte di un’altra struttura associativa che, col supporto di interpreti e agenti in servizio presso l’Ufficio Immigrazione della Questura, ma anche di intermediari stranieri, avrebbero favorito la permanenza nel nostro Paese di numerosi curdo-iracheni che, pur non essendo stabilmente residenti in Italia, vi sarebbero giunti regolarmente, muniti di visto turistico, al solo fine di ottenere la protezione internazionale e quindi di garantirsi, illecitamente, un soggiorno di lungo periodo nell’area Schengen. Tutto ciò a fronte del pagamento di somme di denaro poi ripartite. Incassano con ovvia soddisfazione gli avvocati Francesco Laratta (che difende Meo), Giovanni Ettore Sipoli e Luigi Colacino (per Karim).

«Non posso gioire – ha commentato l’avvocato Laratta – per l’assoluzione di Rocco Meo, che ha sofferto per l’arresto e la sospensione dal servizio. Posso comunque dire – ha aggiunto – che sin dal primo momento ero convinto che questa sarebbe stata l’unica soluzione possibile». La folta pattuglia difensiva è composta anche dagli avvocati Giovanni Allevato, Vincenzo Cardone, Pasquale Lepera, Mario Nigro, Virgilio Prin Abelle, Aldo Truncè, Francesco Verri, .

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