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Mimmo Bevacqua

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Il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale della Calabria, Mimmo Bevacqua, fa il punto sugli ultimi mesi e attacca Occhiuto

SE c’è una costante delle seduta del Consiglio regionale, sono gli scontri (dialettici) tra il presidente Roberto Occhiuto e il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua. E l’ultimo non ha fatto eccezione. Partendo da lì abbiamo fatto una chiacchierata con Bevacqua sugli ultimi mesi.

Capogruppo Bevacqua, è in vacanza?

«Come oggi anno dedico il mese di agosto al mio paese d’origine (Longobucco, ndr), dove ritrovo affetti, amici e il clima giusto per ritemprarsi e ripartire più carichi».

Consigliere Bevacqua, dopo l’ultimo Consiglio ce n’è bisogno: la riforma dei Consorzi della Calabria voluta da Occhiuto è passata con più voti di quelli a disposizione del centrodestra e l’opposizione è apparsa divisa…

«L’ultimo consiglio ha tracciato il solco netto tra chi fa opposizione e chi non la fa. Ho apprezzato molto l’atteggiamento del capogruppo Lo Schiavo e di Tavernise che insieme a noi hanno votato no in modo convinto alla proposta di legge inerente il Consorzio unico, contestandola nel merito e nel metodo. Conosciamo bene le lusinghe a cui siamo soggetti come consiglieri, ma non ci faremo dividere tra oppositori buoni e cattivi. Anche perché è necessario far emergere un’alternativa rispetto a un centrodestra sempre più arrogante e a un governo regionale che non sta mantenendo alcuna promessa. Il mare? Le proteste dei turisti e dei residenti sono state forti e continue. Ma ciò che ci preoccupa di più è il suo modus operandi».

Cioè?

«Sacal, Azienda Zero, Arrical, il Consorzio unico di Calabria, quattro esempi di una visione accentratrice del presidente e del tutto irrispettosa dell’autonomia del Consiglio regionale. Occhiuto su questo ha fatto di peggio di tutti i suoi predecessori».

Addirittura?

«È una constatazione che si avvale di quanto la Corte dei Conti ha già affermato. Il presidente si sente un uomo solo al comando, una sorta di cavaliere solitario che pensa di correre follemente, senza pensare che così facendo rischia di fare del male a se stesso e ai calabresi».

Capogruppo Bevacqua lei e il presidente Occhiuto condividete la stessa formazione: entrambi provenire dalle file dei giovani Dc.

«E al presidente Occhiuto l’ho ricordato, richiamandolo alla necessità della mediazione, del confronto, della verifica, per giungere anche in tempi rapidi a una decisione, che può anche essere condivisa, sebbene nel rispetto dei ruoli. Da nessuna parte sta scritto che le decisioni che prende il presidente della Giunta siano le uniche e le migliori».

Lei è drastico nei giudizi, eppure le riforme non si giudicano dopo pochi mesi.

«Ma noi siamo fortemente preoccupati per alcune di queste: Azienda Zero, Sacal, Sorical, le terme, Arrical e per ultimo il Consorzio unico. Tutte riforme legittime, ma il rischio concreto è quello di trasformare la Regione in un bancomat. Il punto è che le sue scelte sono sbagliate soprattutto perché mancano di ogni preventivo confronto. In tale contesto inserirei la recente vicenda Anci, dove la nomina del presidente Rosaria Succurro è stata lacerante, avvenuta in maniera frettolosa, senza alcun confronto democratico».

Passiamo alla sanità…

«Mi consenta di esprimere, prima, il dolore mio personale e quello del mio gruppo per l’improvvisa scomparsa del professor Giuseppe Profiti, commissario di ‘Azienda zero’. Di lui apprezzavo molto la sua umiltà e la sua disponibilità all’ascolto».

Capogruppo Bevacqua, l’attivismo del presidente Occhiuto, in ambito sanitario in Calabria, non lo può negare

«Certo, si muove, si agita, fa continui annunci, ma credo che tutti tocchino con mano che la sanità non solo non è affatto migliorata, ma per molti aspetti è in netto peggioramento. Per non parlare del piano di riordino della rete ospedaliera presentato come rivoluzionario per poi essere riportato alla realtà come quella elaborato dal commissario Scura un po’ di anni fa. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, ma siamo per un rafforzamento e consolidamento della sanità pubblica, mentre abbiamo la certezza che il governo Occhiuto lavori a dare ossigeno e spazio a quella privata: basta guardare agli extrabudget assegnati per capirne il disegno».

Un anno fa di questi tempi contestavate la scelta di reclutare i medici cubani. Ora che ne pensa?

«I dubbi sul reclutamento restano tutti. Ma non abbiamo problemi ad ammettere che la soluzione dei medici cubani sia stata una buona intuizione: ma sia chiaro che è una misura tampone e assai parziale, che non risolve i problemi. Così come condividiamo la scelta di aprire il corso di laurea in Medicina all’Unical, inserita in un sistema di rafforzamento dell’offerta formativa universitaria calabrese. Ma anche su questo campo l’azione di Occhiuto è sempre in solitaria».

Ultima domanda sul Pnrr: in questi giorni state fortemente denunciando il taglio (o rimodulazione, per dirla con il Governo) di un miliardo per la Calabria…

«La verità è che davanti allo sciagurato Ddl Calderoli sul regionalismo differenziato e davanti al caos del Pnrr, Occhiuto è scappato. Forse peggio: ha svenduto la Calabria alle esigenze del centrodestra al governo. E questo è veramente scandaloso».

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