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REGGIO CALABRIA – Il Tribunale di Palmi ha condannato a sei anni e quattro mesi di carcere, con un’interdizione di cinque anni dalla professione legale e in perpetuo dai pubblici uffici l’avvocato Gregorio Cacciola. Secondo i giudici avrebbe estorto con la violenza la falsa confessione con cui l’ex collaboratrice di giustizia Maria Concetta Cacciola, pochi giorni prima di morire dopo aver ingerito una dose letale di acido muriatico, ha smentito le dichiarazioni fatte ai magistrati contro il clan Bellocco.

L’inchiesta sulla morte della donna avvenuta nell’agosto del 2011.

I giudici di Palmi hanno dunque accolto l’impianto accusatorio costruito dal pm Giovanni Musarò, secondo cui proprio Cacciola – parente e storico legale della famiglia della collaboratrice di giustizia – sarebbe stato il vero ideatore del piano di delegittimazione delle dichiarazioni rese dalla donna, nel corso del suo accidentato percorso di collaborazione, fatto di slanci e ripensamenti, di violazioni del regime che impone la totale interruzione dei rapporti con i familiari e brusche marce indietro, di fiducia nella scelta fatta e timori. Un percorso altalenante, ma estremamente proficuo per la Dda.

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