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L'ingresso dell'Asp di Reggio Calabria

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REGGIO CALABRIA – La denuncia è ferma e decisa da parte dell’associazione Codici e punta il ditor direttamente contro l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria cui con una sentenza del Tar ha imposto la consegna degli atti sulla morte di Sara Sarti, la bambina di 4 anni deceduta il 23 agosto 2009 (LEGGI LA NOTIZIA) dopo che il giorno prima era stata visitata nell’ospedale di Locri (LEGGI LA NOTIZIA DEI FUNERALI), ma, secondo il sodalizio, l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria «non la rispetta».

Codici, cui la documentazione dovrebbe essere consegnata, parla di «grave omissione dell’Asp» che «non ottempera alla sentenza del giudice e nasconde atti che probabilmente non ha».

«Era il 2009 – prosegue la nota – quando la piccola Sara morì il giorno seguente la visita nel pronto soccorso di Locri. I medici accusati per la loro condotta omissiva, non avviarono allora alcun protocollo diagnostico sulla piccola, limitandosi a smistarla come un pacco postale presso il pediatra di turno (LEGGI LA NOTIZIA DELL’ASSOLUZIONE DELLA PEDIATRA), determinando in questo modo il mancato avvio dell’iter diagnostico e conseguentemente terapeutico che a nostro avviso giocò un ruolo fondamentale nel causarne la morte. L’associazione Codici ha cercato con forza di far luce sull’evento, in particolare sui meccanismi di triage adottati all’interno del pronto soccorso e comunque determinati dalle linee guida sul sistema di emergenza sanitaria. Linee guida che, come affermato dai medici imputati, non sarebbero state adottate in quanto determinate da un decreto mai recepito. Giustificazioni che non fanno di certo onore alla sanità italiana e che non hanno assolutamente impedito i tentativi tesi a conoscere le procedure di triage adottate. Nonostante queste premesse e in netto contrasto con le conclusioni tratte sulla vicenda dalla stessa Associazione, i medici imputati per omicidio colposo furono assolti».

«Fu proprio in occasione di tale processo – è scritto nella nota – che Codici avanzò istanza di accesso agli atti amministrativi afferenti i provvedimenti adottati in quell’occasione, al fine di conoscere le modalità organizzative poste in essere all’interno del pronto soccorso. Oggi, pur essendo stata emessa dal Tar una sentenza che ordina all’Asp di Reggio Calabria la consegna della documentazione interessata, tale richiesta rimane insoddisfatta e prosegue così l’attività di omissione posta in essere sul caso».

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