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Miglioli, De Raho e Virno durante la conferenza stampa di questa mattina

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L’operazione si è svolta tra Calabria, Sicilia e Toscana. L’organizzazione era in grado di trattare direttamente con i “cartelli” sudamericani

CATANZARO – È in corso, dalle prime luci dell’alba, tra Calabria, Sicilia e Toscana, una vasta operazione condotta dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e diretta dalla Procura della Repubblica – Dda di Reggio Calabria, volta a disarticolare un’organizzazione criminale dedita all’importazione di cocaina dal Sudamerica.

Nell’operazione, presentata questa mattina dal procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho e del comandante regionale Calabria della Guardia di Finanza, gen. Gianluigi Miglioli, sono state arrestate diciotto persone e sequestrati oltre 300 chili di sostanza stupefacente.

Questi i nomi delle persone arrestate:

  1. Arcuri Domenico, di Rosarno.
  2. Arcuri Marco, di Rosarno.
  3. Auddino Michele di Melicucco.
  4. Bellocco Michele, di Rosarno.
  5. Ciocchetti Michelangelo, di Siderno.
  6. D’Ambrosio Enrico, residente a Ponte Buggianese (Pistoia).
  7. Favasuli Sandro, di Bova Marina.
  8. Grasso Domenico di Rosarno.
  9. Kalthi Dhimiter, residente a Massa e Cozzile (Pistoia).
  10. Novello Francesco, residente a Fucecchio (Firenze).
  11. Palumbo Vincenzo, di Gioia Tauro.
  12. Rodriguez Margarita Alejandra, nata in Colombia.
  13. Salazar Garcia Andrea, nato in Colombia.
  14. Scandinaro Salvatore, di Rosarno.
  15. Sorrenti Antonio, di Gioia Tauro.
  16. Talia Paolo, di Africo.
  17. Voto Vincenzo di Uzzano (Pistoia).
  18. Zavettieri Pietro Buonaventura di Reggio Calabria.

L’operazione, denominata “Gerry”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa che ha visti impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile e della componente aerea del Corpo. L’organizzazione è composta da soggetti vicini a diversi sodalizi criminali riconducibili alle famiglie Bellocco di Rosarno, Mole’ – Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, quest’ultima attiva sul versante jonico reggino. In particolare, tra i soggetti fermati, compare anche Bellocco Michele, accusato del coinvolgimento nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica. È stato dimostrato, ancora una volta, come i clan calabresi siano in grado di contrattare, direttamente con i “Cartelli Sudamericani”, l’acquisto di grosse partite di stupefacenti. Ma il gruppo non si limitava alla sola cocaina. Le indagini hanno provato, infatti, come riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana e hashish.

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I trafficanti calabresi inoltre ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina. Trentadue sono i soggetti individuati, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina. Non è un caso, difatti, che i narcotrafficanti abbiano deciso di far arrivare la parte più sostanziosa dei carichi di droga al porto di Livorno, potendo lì godere dell’appoggio, in particolare, di un soggetto di origini calabresi, emigrato in quella zona da anni, il quale è riuscito a costruire una vera e propria squadra di lavoro in grado di agire indisturbata nel porto, aprire i containers, estrarre il prezioso carico e portarlo lontano da “occhi indiscreti”.

L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. 

Anche Pietro Bonaventura Zavettieri, di 55 anni, detto «Bono», pediatra esercitante a Locri, è finito nella rete della giustizia per avere tentato di introdurre in Italia cocaina e per avere ospitato un gruppo di cocaleros colombiani per affinare con i gruppi mafiosi dei Bellocco di Rosarno, Avignone di Taurianova, Molè-Piromalli di Gioia Tauro e dei Paviglianiti di San Lorenzo, gli aspetti organizzativi per l’importazione di cocaina dal Paese del centro America.

«Cosche – ha detto il procuratore della Dda Federico Cafiero de Raho – di primo piano nella gerarchia della ndrangheta calabrese. L’operazione è stata condotta con successo grazie alla professionalità di elevato grado della Guardia di finanza, alle numerose intercettazioni, tutte comprovate dai notevoli ritrovamenti e sequestri di stupefacente a Livorno». Nel porto toscano il gruppo criminale aveva agganciato Gaetano Lentini, originario di Gioia Tauro e vicino a elementi della cosca Molè-Piromalli, arrestato tre giorni fa su richiesta della Procura distrettuale di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo, che aveva impiantato un’attività di movimentazione di container nel porto toscano attraverso una cooperativa di “camalli» che scaricavano la cocaina dai container dopo averli aperti, e che veniva trasportata all’esterno dell’area portuale grazie alla complicità di alcuni vigilantes, finiti anch’essi in carcere.

«L’organizzazione – ha rilevato de Raho – aveva decentrato le attività proprio a Livorno, a causa delle tante operazioni condotte con successo a Gioia Tauro». «Sono stati impiegati 250 uomini – ha detto il comandante regionale della Guardia di Finanza, gen. Gianluigi Miglioli – e in pochissimo tempo siamo riusciti ad individuare e neutralizzare ogni destinatario del provvedimento cautelare. Tra i fermati spiccano personaggi della cosca Bellocco, che di fatto detenevano i fili dell’organizzazione».

Alla conferenza stampa erano anche presenti il colonnello Carmine Virno, comandante della polizia tributaria di Catanzaro, e il ten.col. Michele Di Nunno, comandante dello Scico della Calabria.

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