X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

ROMA – È ancora in corso, dalle prime ore della mattinata, l’intervento degli agenti della divisione polizia anticrimine della questura di Roma finalizzato alla confisca di prevenzione su beni riconducibili a due uomini, vicini al clan ‘ndranghetista Piromalli di Gioia Tauro. Si tratta di un 61enne, esponente della cosca Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina e di un pregiudicato romano di 80 anni che in passato era stato accostato anche ad ambienti mafiosi di Cosa Nostra e della Banda della Magliana.

Sequestrati ai due complessivamente tre milioni di euro: la totalità delle partecipazioni a una società immobiliare di capitali con sede a Roma, un complesso immobiliare di locali commerciali, sempre nella Capitale, un albergo-ristorante a Rocca di Papa, altri immobili utilizzati come abitazioni civili a Gioia Tauro, una polizza assicurativa di 150mila euro, oltre a numerosi rapporti creditizi, di cui uno intestato ad un società di capitali del settore dell’energia elettrica. Ancora in corso di accertamento, inoltre, le loro disponibilità finanziarie.

Le indagini patrimoniali avviate dagli specialisti dell’anticrimine, coordinati dalla dottoressa Angela Altamura, sono state focalizzate sulla ricostruzione della «carriera criminale» e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali degli interessati e dei rispettivi nuclei familiari. In questa attività è emersa una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o indirettamente, e i redditi dichiarati; tale da far ipotizzare alle forze dell’ordine che i beni sequestrati potevano essere il frutto di attività illecite. A carico di uno dei due uomini ci sarebbe un’indagine per bancarotta fraudolenta e l’impiego di capitali illeciti in attività economiche gestite con modalità fraudolente. Stando poi
a quanto ipotizzato dalle forze di polizia sarebbero presenti anche diversi seriali di intestazioni fittizie di beni, creati per eludere i controlli e agevolare le sue attività, in particolare nel settore alberghiero e della ristorazione.

L’altro, romano di 80 anni, è invece già noto alle forze di polizia come usuraio e collettore dei proventi della criminalità mafiosa per riciclaggio di denaro sporco.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE