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REGGIO CALABRIA – È proprio la quantità sterminata di incidenti fasulli a fare salire alle stelle i premi assicurativi e i primi a farne le spese sono i consumatori onesti. Per questo Paola Bellomo, responsabile regionale dell’associazione Avvocati dei consumatori, annuncia che si costituirà parte civile nel processo che scaturirà dall’indagine della Procura di Palmi che l’altra notte ha portato all’operazione “Insurance”, con cui gli investigatori della polizia di Stato ritengono di aver smantellato un’organizzazione criminale dedita a frodi assicurative. Certo, la capitale delle frodi assicurative in Calabria resta la provincia di Crotone, altro epicentro di truffe e raggiri su cui hanno fatto luce varie inchieste. Secondo l’Ivass (istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), infatti, il prezzo medio annuale delle polizze (dati aggiornati al maggio 2016) nella terra di Pitagora è di 737,06 euro, ma subito dopo, nella classifica negativa, c’è Reggio, con 696,92 euro.

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Più “virtuose” Vibo (669,26 euro), Catanzaro (593,53) e soprattutto Cosenza (512,23). Insomma, se è vero che il fenomeno delle frodi ai danni delle compagnie assicurative è diffuso in tutta Italia, in alcuni casi, e soprattutto, in alcune zone, è molto più visibile. E i dati dicono che la maggiore “visibilità” si ha nel Meridione, in Calabria in particolare. «In provincia di Reggio Calabria, nell’arco dell’ultimo anno, i prezzi della Rc Auto rimangono superiori rispetto alle altre città – è l’analisi della Bellomo – Il motivo è semplice: l’indice di incidentalità è sufficiente a tenere alti i prezzi. I fatti di cronaca non fanno che ribadire l’esistenza di un bussiness che gira intorno alla liquidazione dei sinistri, con chiaro danno dei consumatori diligenti e che ne pagano le spese ogni anno». La conferma viene dalla disamina di alcuni dati. «A titolo di esempio – aggiunge – il prezzo medio  di una polizza a Reggio è di 696,92 euro mentre a Milano è di 426,45 euro. L’indagine della Procura di Palmi dà un’idea precisa del numero dei soggetti coinvolti nella truffa: dieci misure cautelari e 200 indagati. Un dato allarmante che va fermato».  Ecco perché «l’associazione Avvocatideiconsumatori intende sicuramente qualificarsi come parte offesa, nel procedimento penale che scaturirà dall’operazione. E’ indubbio – prosegue la responsabile regionale degli Avvocati dei consumatori – che gli effetti delle frodi alle assicurazioni hanno comportato in questi anni un aumento sostanziale dei costi delle polizze a danno dei consumatori. 

L’Antitrust ha dichiarato infatti che le truffe commesse ai danni delle imprese assicuratrici e degli stessi automobilisti hanno contribuito ad aumentare i premi del 12 % su base annua». Non ci sono soltanto le truffe ad opera di bande criminali molto organizzate, che configurano una vera e propria associazione a delinquere, come quella ravvisata dai pm di Palmi e riconosciuta dal gip Paolo Ramondino. C’è un’altra parte del fenomeno in cui si registra, invece, una speculazione derivante da una vera e propria escalation dei sinistri, sia per ciò che concerne le riparazioni dei veicoli e sia per quanto attiene ai danni fisici alle persone, come, ad esempio, il classico colpo di frusta. Incidenti simulati, controparti apparenti e indennizzi pagati dalle assicurazioni, che poi figurano come parte offesa nei procedimenti, come quello innescato a Palmi, sulle mega truffe.

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