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HA vinto ancora e questa non è una novità. Francesco Maviglia è abituato a compiere imprese, nel vero senso della parola. Ha fatto parte della straordinaria cavalcata compiuta dalla Bovalinese di Alberto Criaco. Ha quindi costituito uno dei pilastri del San Luca dei record. E adesso eccolo leader difensivo di un Ardore che a sorpresa, ma con pieno merito, è approdato in Promozione facendo fuori Palmese e Vigor. Un’altra stagione da incorniciare per il difensore reggino, il quale alle vittorie aggiunge puntualmente i gol fatti, perché continua a conservare la propensione offensiva.

Un centrale difensivo moderno, che difende e che attacca la porta avversaria, sui calcia da fermo in particolare, presentandosi spesso e volentieri pure dal dischetto. In Prima categoria, quest’anno, sette reti: decisamente tanta roba per un difensore.

Da Francesco Maviglia, esperto difensore classe 1988, ci facciamo allora raccontare questa gran bella impresa compiuta dall’Ardore. Partiamo dal momento in cui si è presa contezza del fatto di potercela fare: «Abbiamo capito che poteva essere l’anno giusto a campionato in corso. Dopo un inizio disastroso, la squadra ha iniziato a prendere una certa fisionomia e cresceva settimana dopo settimana. La svolta però c’è stata nella vittoria a Bocale contro la Pro Pellaro. Con quei tre punti la squadra ha preso autostima e fiducia. Abbiamo capito che dovevamo crederci perché l’obiettivo era alla nostra portata».

La scelta

Facciamo un passo indietro lungo un anno. Andiamo alla scorsa estate quando Francesco Maviglia incontra la dirigenza dell’Ardore: «Ci siamo messi un po’ a parlare. I dirigenti mi avevano detto di voler fare un campionato importante, cercare di entrare nei play off e buttare le basi per un eventuale salto di categoria l’anno successivo: questo era l’obiettivo».

Da qui la scelta: «Ho capito che si poteva creare qualcosa d’importante, c’erano entusiasmo e voglia di calcio nell’ambiente e poi la società mi ha messo nelle migliori condizioni possibili».

Le migliori condizioni per far bene allora e poi subito si è entrati in sintonia. «Sono stato benissimo e ne approfitto per ringraziare tutti pubblicamente perché sono delle bravissime persone. Parlo del presidente Minniti, i dirigenti Varacalli, Sansotta, Sorbara, Nobile, Morabito, Gelonese, Marando e tutti gli altri. Ma in particolare ringrazio il sindaco Peppe Campisi e Nando Bara perché sono state due persone che hanno creduto fortemente in me».

La dedica

Ha vinto tanto, compiendo come si diceva, delle belle imprese. Sicuramente è difficile fare delle preferenze «perché ogni vittoria ha qualcosa di speciale ed è sempre diversa dalle altre per un sacco di motivi. Per difficoltà e per i tantissimi sacrifici personali fatti durante la stagione, scelgo sicuramente questa con l’Ardore come quella da ricordare maggiormente».

E poi c’è la dedica speciale, perché nel corso di questa stagione c’è stata una new entry in casa Maviglia: «Il pensiero va a mia moglie e al mio piccolo Giovanni che ha soli 5 mesi, ma l’ho già portato allo stadio per vedere i play off. La vittoria è per loro».

Difensore goleador

Ne ha fatte 28, di reti, nelle ultime quattro stagioni, più due gol a Bovalino, l’anno scorso, in quattro gare, prima dell’annullamento del torneo per via del covid. Gol e vittorie per Francesco Maviglia, vanno di pari passo: «Sì, è proprio così. Fare gol mi è sempre piaciuto anche se sono un difensore. Ne ho fatti parecchi ma se devo scegliere il più bello, il pensiero va a quello realizzato durante la partita fra il San Luca e lo Scalea su calcio di punizione. Davvero una gran bella esecuzione, che ogni tanto mi vado a rivedere in rete. Per importanza scelgo il gol in finale di Coppa Italia contro la Morrone, che poi abbiamo vinto con il San Luca.

Il futuro

Lo rivedremo in campo («questo è sicuro – ci dice subito – perché mi diverto troppo e poi il calcio è una passione»). Quindi conclude: «Se ci sono le condizioni, vorrei dare continuità a questo percorso con l’Ardore. Quanto prima ci vedremo con la società e ci faremo una bella chiacchierata. Valuterò e poi deciderò».

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