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Il pubblico ministero Marisa Manzini

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VIBO VALENTIA – Il processo al clan Mancuso in corso a Vibo Valentia non sarà spostato.

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SULL’OPERAZIONE BLACK MONEY

La seconda sezione penale della Corte di cassazione, infatti, ha rigettato, dichiarandola inammissibile, l’istanza di rimessione per legittima suspicione del processo scaturito dall’operazione  “Black Money” a carico della cosca Mancuso di Limbadi che era stata avanzata dalla maggior parte dei difensori dei 21 imputati (LEGGI LA NOTIZIA).

L’istanza di rimessione era stata presentata dopo che il pentito Andrea Mantella, nel corso del controesame cui è stato sottoposto, si era rivolto con toni minacciosi nei confronti dei difensori di alcuni imputati (LEGGI LA NOTIZIA).

Inoltre, nel corso di un’altra udienza del processo, inoltre, il boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni” mentre rendeva dichiarazioni spontanee, aveva attaccato e minacciato il pubblico ministero Marisa Manzini (LEGGI LA NOTIZIA).

Quest’episodio ha poi indotto la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ad acquisire il verbale delle dichiarazioni rese da Mancuso per accertare l’esistenza di eventuali profili di natura penale.

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CHE ANCHE I MANCUSO PAGARONO UNA TANGENTE

Nell’udienza in programmazione per il 28 dicembre, intanto, avrà inizio la discussione del processo con la requisitoria proprio del pubblico ministero Marisa Manzini.

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