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Il Comune di Vibo Valentia

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ALL’INIZIO si era pensato ad un fatto contingente, di un giorno o poco più. Così però non è stato perché la situazione, invero un po’ singolare trattandosi di un ufficio al servizio del pubblico, si protrarrà fino al prossimo 22 maggio. E il motivo è serio, negli ambienti comunali infatti si sussurra di “fatto molto, molto delicato”. Parliamo della chiusura dell’ufficio urbanistica di palazzo Luigi Razza che, iniziata l’11 maggio scorso, proseguirà per un’altra settimana. Salvo proroga, probabile come vedremo. Davanti alla porta dell’ufficio del settore 4, “Territorio e pianificazione urbana sostenibile”, un cartello attaccato alla buona con dello scotch così informa gli utenti: «Si avvisa che il settore rimarrà chiuso per motivi d’ufficio dall’11 al 22 maggio 2023».

Una comunicazione asciutta firmata dalla dirigente Adriana Teti. Inutile cercare sapere quali siano i citati motivi d’ufficio. La dirigente in questione, per altro, ieri risultava fuori sede. Tra gli impiegati bocche cucite, quindi, col cronista e alzate di spalle. Ufficiosamente però ieri la verità è venuta a galla ed ha a che fare con l’autorità giudiziaria. E’ accaduto infatti che a marzo scorso la procura della Repubblica ha chiesto al Comune chiarimenti in relazione alle costruzioni abusive e, probabilmente, alle (mancate?) demolizioni. Da marzo però non devono essere arrivate al “palazzaccio” le riposte che il procuratore Falbo si attendeva sicché è verosimile che ad inizio mese sia giunto in Comune un ulteriore “invito” a fornire sollecitamente le risposte dovute. Un problema operativo non da poco, considerato che, come ripetute volte si è scritto, il personale dell’ente è ormai ridotto all’osso. Non sono pochi infatti gli impiegati che negli ultimi anni sono andati in pensione senza essere sostituiti da nuovi arrivi. Tra le ripartizioni che maggiormente hanno sofferto di tale esodo c’è appunto l’urbanistica.

Come fare, allora, per ottemperare alla richiesta della magistratura? Se l’ufficio deve continuare a restare aperto al pubblico – sarà stato questo il ragionamento della dirigente – gli impiegati non possono dedicarsi alle pratiche relative agli immobili abusivi. L’unica soluzione che si è dunque prospettata alla Teti è stata quella di chiudere le porte al pubblico per consentire al personale di esaminare con attenzione le carte, così da poter dare rapidamente alla procura le risposte che essa si attende. Al riguardo, non è detto che la chiusura non venga prolungata, tutto dipenderà dalla mole degli incartamenti in questione.

Comunque, in tutta evidenza la notizia importante non è tanto la chiusura dell’ufficio quanto il fatto che gli occhi dell’autorità inquirente siano puntati sull’abusivismo e sulle conseguenti eventuali demolizioni. Ecco perché in Comune si parla di fatto molto delicato. Che nel territorio comunale di costruzioni abusive ce ne siano parecchie è noto ma finora, salvo singoli e sparuti casi, non si era mai avuto notizia di un’indagine giudiziaria ad ampio raggio. Che ora la procura si sia mossa per riportare la legalità anche in questo settore non farà dormire sonni tranquilli a parecchi. Le conseguenze potranno riguardare anche gli uffici del Comune soprattutto se si dovessero accertare carenze nei controlli. Ancor più per le demolizioni eventualmente da disporre e non effettuate.

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