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La signora Maria Domenica Varano e la fontana dove attinge l’acqua

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ARENA (VIBO VALENTIA) – La storia che andiamo a raccontare è veramente assurda. Si tratta di un’anziana che vive da sola e che da ben quattro anni non può permettersi il “lusso”, se così si può chiamare, di farsi una doccia. A segnalare la vicenda della signora Maria Domenica Varano, alla nostra testata, è la figlia Melissa Barilaro che vive a Milano, stanca ormai dello scarica barile che le istituzioni preposte avrebbero finora fatto.

«Volevo denunciare un fatto veramente vergognoso che vede come protagonista mia madre la quale dal 2017 si ritrova senza acqua potabile e quindi privata dei servizi igienici essenziali». L’anziana signora (classe 1947), vedova e invalida al 100%, vive in un alloggio delle case popolari di Contrada Berrina da oltre cinquant’anni. Alloggio assegnatole regolarmente e per il quale da allora ha sempre pagato puntualmente il canone di locazione previsto.

Ebbene, circa quattro anni fa si presenta un problema: in casa non arriva l’acqua potabile. Di conseguenza, da come ci ha raccontato la figlia, viene fatta la segnalazione, seppur solo telefonicamente, al Comune di Arena che nei giorni seguenti invia un addetto per fare un sopralluogo. Il problema rilevato, da quanto ci racconta la figlia dell’anziana, riguardava il contatore dell’acqua ma, trovandosi all’interno dell’edificio, la competenza ad intervenire è dell’Aterp di Vibo Valentia che gestisce gli alloggi. Di conseguenza viene fatta la segnalazione anche all’Aterp che, nei mesi successivi, manda un addetto.

«Il problema per cui non arriva l’acqua in casa è dovuto alle tubature marce che si trovano all’esterno dell’edificio – avrebbe evidenziato l’addetto – e pertanto la competenza ad intervenire era del Comune di Arena». Uno scarica barile tra istituzioni che, a distanza di quattro anni, a pagarne le conseguenze è solo l’anziana signora.

«Mia madre purtroppo si lava con fazzolettini umidificati che gli mando io da qui» – afferma la figlia. Secondo quanto appreso, l’anziana che percepisce una piccola pensione sociale, acquista l’acqua per bere e cucinare mentre per poter lavare i piatti e quant’altro, ogni sera prima di andare a letto, al piano terra dell’alloggio lascia un rubinetto aperto in modo che, durante la notte, quando l’uso dell’acqua è minimo, può accumularne qualche piccola bacinella. C’è da dire che al primo piano l’acqua non arriva né di notte e né di giorno. Una prassi che va avanti ormai da quattro anni nonostante l’anziana signora continua a pagare regolarmente i bollettini che invia l’Aterp.

«Ho parlato con tutti di questa situazione, con Comune, Aterp, Servizi Sociali e anche con Polizia e Carabinieri ma purtroppo nulla è stato fatto – aggiunge con indignazione. – Spero solo che questo mio ennesimo appello possa servire a qualcosa perché non è concepibile che nel 2021 si possa vivere in condizioni vergognose come quelle in cui si trova mia madre».

Di fronte a storie del genere non si può che essere indignati e soprattutto le istituzioni non possono restare in silenzio ed immobili. Occorre intervenire subito, senza scaricarne le responsabilità tra enti e burocrazia, per non peggiorare le condizioni di un’anziana che vive da sola.

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