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PIZZO – Piero Armenti rappresenta la nuova generazione di italiani che hanno realizzato, con ingegno, il sogno americano. Nato a Salerno nel ‘79, una laurea in legge ed un dottorato, dopo aver girato il sud America, nel 2011 ha deciso di trasferirsi a New York, e di restarci, costruendo pezzo dopo pezzo la sua impresa. Sono più di 2milioni e mezzo le persone che seguono, tra Instagram e Facebook, il suo profilo Il mio viaggio a New York.

Inizialmente una pagina in cui faceva vedere quotidianamente agli italiani cosa visitare nella grande mela, ma che nel tempo ha saputo trasformare, intuendo un vuoto nell’offerta, in una vera e propria agenzia viaggi, con tanto di ufficio vicino a Time Square, in cui vendere pacchetti, tour ed esperienze in lingua italiana.

Piero è tornato qualche settimana fa in Italia per un po’ di vacanze in famiglia e nel suo viaggio in auto verso la Sicilia, ha deciso di fermarsi a Pizzo per un pranzo veloce che in realtà si è trasformato in un abbraccio collettivo.

Aveva chiesto consigli sul suo profilo social su dove pranzare e alla fine ha scelto di fermarsi in Piazza della Repubblica, al ristorante Pepe Nero di Francesco De Martino per un pranzo di pesce fresco, immortalato nelle sue immancabili storie Instagram, e poi i gelati offerti da tutte le gelaterie della Piazza che hanno servito a Piero e alla sua famiglia i pezzi forti della loro produzione, infine il giro con le api calessino.

Una visita che ha generato tantissime interazioni sia sui social dell’imprenditore, prova ne è, come ci racconta il proprietario del Pepe Nero, la crescita esponenziale dei followers sul profilo del ristorante, e che è stata l’occasione per noi di incontralo e scambiare due chiacchiere sulle potenzialità del mercato turistico calabrese.

Non era la prima volta nella nostra regione, ci era già stato da piccolo per le vacanze con la famiglia. Si è detto entusiasta «della cittadina a picco sul mare, ha un fascino incredibile, è bellissima»; ha amato anche il cibo «abbiamo mangiato benissimo, il tartufo è una specialità unica ed invidiabile, una eccellenza».

Ma è dal punto di vista degli investimenti per la crescita dei flussi turistici americani che si è soffermato maggiormente: «la Calabria come tappa per i viaggiatori americani in Italia è meno conosciuta sicuramente di Puglia e Sicilia e delle città d’arte, ma qualcosa sta cambiando, gli americani stanno imparando a conoscere altre regioni e sono convinto che questa terra abbia le potenzialità per affascinare e attrarre visto che qui si percepisce che c’è qualcosa di autentico e di selvaggio che è sempre una cifra importante per attrarre quel mercato».

Ma vista la sua esperienza in ambito, Armenti ha voluto anche lanciare delle idee per la narrazione di questa regione: «manca qualcosa nella comunicazione della Calabria, ci sono tante cose che si possono fare; lancio un appello, si potrebbe, ad esempio, creare una “creator factory”, prendete una villa, ospitate dei creator internazionali che cambiano ogni tre mesi, fategli girare video professionali da condividere poi sui loro social e così si può far conoscere questa terra che ha tanto da dare. Non serve più una campagna da 1-2 milioni di dollari, ma serve intercettare i creativi e dargli modo di comunicare. Sono anche convinto che se venisse proposto ai tour operator americani un tour di una settimana con diverse tappe per tutta la Calabria funzionerebbe molto bene. Serve che il territorio si coalizzi e tante piccole realtà come questa possono emergere, qui la bellezza è innegabile».

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