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Non è passata neanche una settimana dalla vicenda della bimba nata morta all’Ospedale Moscati di Avellino che, dopo sei giorni, la tragedia si è ripetuta.

AVELLINO – Non è passata neanche una settimana dalla vicenda della bimba nata morta all’Ospedale Moscati di Avellino (LEGGI LA NOTIZIA) che, dopo sei giorni, la tragedia si è ripetuta. Questa volta si trattava di un bambino. La vicenda risale a Venerdì scorso, 10 Giugno, ma la notizia è trapelata soltanto adesso a seguito della presentazione in Procura della denuncia da parte della giovane madre.

Nella notte del 10 Giugno 2016, infatti, la giovane donna, una ragazza di Avellino di venticinque anni, già madre di due bambini rispettivamente di anni tre ed uno, veniva trasportata d’urgenza in Ospedale dal momento che avvertiva forti dolori all’addome nonché perdite ematiche genitali.

La donna, che era all’ottavo mese di gravidanza ed aspettava un bambino, veniva quindi sottoposta nella notte a due interventi dovuti, a detta del medico operante, ad un polipo che andava asportato. Alle prime luci dell’alba la giovane, che dopo gli interventi era stata ricondotta in stanza ove stremata aveva letteralmente perso coscienza, avvertendo una presenza tra le sue gambe, alzato il lenzuolo, scorgeva il corpicino senza vita del bambino totalmente ricoperto di sangue.

La giovane istintivamente cercava di rianimarlo stringendolo tra le sue braccia. Le urla disperate attiravano quindi gli infermieri di turno. Tornata a casa la donna, difesa dall’avvocato Rolando Iorio, ha sporto denuncia in Procura per far luce sull’intera vicenda e, soprattutto, sulla natura e sulle modalità degli interventi subiti prima della tragedia.

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