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Non è una novità che ad Avellino la qualità della vita non è delle migliori. Neppure + una novità che va di male in peggio. L’Irpinia perde infatti sette punti in un anno, passando dal 76esimo posto al 82esimo. E’ quanto risulta dalla 24esima edizione della classifica sulla “Qualità della Vita” realizzata da Italia Oggi con l’Universi – tà La Sapienza di Roma e in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Il Sannio scende dal dal 79esimo posto dello scorso anno all’82esimo ma è primo in Campania seguito dall’Irpinia. Subito dopo, la provincia di Salerno in 86esima (-9) posizione, poi Caserta al 92esimo (+2) posto e infine Napoli 104esima. Per il resto, Trento è in testa per qualità della vita, grazie agli eccellenti piazzamenti conquistati in quasi tutti gli ambiti considerati: otto su nove. Quello di Trento è il primo caso dall’inizio dell’indagine. Non solo. La provincia rappresenta anche la dinamica che contraddistingue le altre province del Nord-Est, il cui punteggio medio a livello dimensionale eccede il corrispondente punteggio medio nazionale. Stesso discorso ma all’opposto per Crotone, anche quest’anno ultima classificata, che identifica le province del Mezzogiorno con diverse criticità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita.

La provincia è nel gruppo di coda in sei dimensioni su nove (affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; tempo libero). Lo studio evidenzia una netta spaccatura tra Centro-Nord, da un lato, Sud e Isole, dall’altro: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 di testa. Tornando alle prime della classe, in seconda e terza posizione, salgono di un gradino rispetto alla scorsa edizione, rispettivamente, Bolzano e Bologna; Firenze scala due posti, conquistando il quarto posto, e Milano resta stabile al quinto. Bel balzo da parte di Siena (da 12/ma a sesta classificata), mentre Parma, prima lo scorso anno, scivola alla settima casella della classifica generale. Al fondo della classifica, invece, si trovano i «soliti noti» che si muovono su è giù senza grandi scossoni: subito sopra Crotone ci sono in discesa Siracusa (106 da 104) e Caltanissetta (105 da 101), e in lieve risalita Napoli (104 da 106). Tra le province che hanno perso più posizioni c’è Torino, che diventa 54/ma, perdendo 35 posti (era 19/ma). Bene, invece, Como (+30, da 62/ma a 32/ma); Pesaro Urbino (+26, 30/ma da 56/ma) e Rimini (+24, 37/ma da 61/ma). La qualità della vita è risultata, secondo l’indagine, è buona o accettabile in 64 su 107 province italiane, con un miglioramento rispetto all’anno passato. Lo studio infine evidenzia come le grandi aree urbane abbiano retto meglio alla pandemia che ha invece affossato ulteriormente diverse aree meridionali e insulari.

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