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Sono tanti 209 miliardi e il 40 per cento sono destinati al Sud. E ce ne sarebbero di cose da fare per superare una atavica condizione di disparità di sviluppo che divide l’Italia da quando è nata. L’ obiettivo Recovery Fund è proprio questo. Prima, però, il Mezzogiorno deve fare i conti con se stesso: saper prendere il treno, senza ritardi e avendo bene in mente in quale direzione.

Se n’è parlato nel convegno “La solidarietà dell’Europa per il Sud”, organizzato da Giuseppe Gargani e dal presidente della Provincia, Domenico Biancardi, moderato da Gianni Festa, direttore del Quotidiano del Sud- nel carcere Borbonico. Ad introdurre i lavori, Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per il coordinamento delle politiche economiche, in collegamento video. Avverte subito che bisogna procedere rapidamente se non si vogliono perdere i soldi: serve capacità di attuazione della progettazione e una rigenerazione amministrativa. Biancardi ricorda che qualcosa si è mosso, che la Provincia ha fatto la sua parte chiamando i sindaci a presentare i progetti per il Recovery.

“Un gran lavoro per arrivare a fare sintesi e lavorare ad una strategia organica per l’Irpinia, togliendo tutto quello che non occorre”. “Ora a rispondere deve essere il Governo”, continua il presidente Svimez, Adriano Giannola. “Da Roma dovrebbe arrivare un messaggio chiaro. Quali sono le strategie per lo sviluppo?”.

E intanto spiega la proposta dello Svimez: fare del Sud il fulcro della logistica del Mediterraneo attraverso i porti di Taranto, Gioia Tauro, Augusta, connettendo Tirreno e Adriatico con l’Alta capacità e tutta una serie di altri collegamenti materiali e immateriali, valorizzando le Zes.

“L’Italia ha bisogno, per crescere, di un secondo motore, il Sud non può andare a rimorchio dell’economia del Nord” conclude Giannola. Il direttore del Quotidiano del Sud- L’Altra voce, Roberto Napoletano pone come primo obiettivo strategico del Recovery il contrasto alla disparità territoriale e insiste sulla necessità che i progetti siano esecutivi proprio come quelli individuati dal Governo. Perché non c’è tempo da perdere e serve una strategia di ampie vedute.

Gargani guarda ad una stagione nuova per il Mezzogiorno: negli anni passati è stato fatto quanto si poteva. La ricetta per Ortensio Zecchino di Biogen sono gli investimenti nella formazione e nella ricerca. Rosanna Repole, consigliera provinciale, scommette sul lavoro di proposta che arriva dal territorio. A sentire il senatore Enzo De Luca il problema è la mancanza dei partiti che non significa che la politica è scomparsa. A concludere il vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola:

“La parola Mezzogiorno fu cancellata dalla Carta Costituzionale dalla riforma del 20-01. Oggi se ne discute su basi diverse, a proposito di un intervento paragonato al piano Marshall. Si tratta di 209 miliardi a cui si aggiungono di fondi complementari. Ci si diletta a calcolare il leggendario 40% per il Mezzogiorno, Ma certo – dice Bonavitacola – se avessimo dovuto applicare il criterio che ha guidato l’Europa nel riparto delle risorse, il Sud avrebbe meritato risorse maggiori. Tranne che per le infrastrutture che hanno riferimenti legati alle opere localizzate geograficamente, per l’80% si tratta di interventi che non si sa quali sono.

Si tratta comunque di un’occasione straordinaria, che non possiamo perdere. Dobbiamo mettere le amministrazioni del Sud in condizione di vincere questa sfida, consentire di potenziare organici con profili amministrativi e tecnici in linea con le nuove tecnologie e semplificare le procedure. Se abbiamo procedure che non consentono di spendere tali fondi, perché non c’è chiarezza sull’effettivo riparto del potenziamento organici, e non attuiamo una semplificazione procedure, diventa difficile andare avanti.

Manca- una pianificazione seria incalza il numero due della Regione non c’è organizzazione di gioco, nessuna indicazione, in questo modo si fa confusione. Mentre dal livello nazionale al livello regionale si doveva organizzare un modello di definizione del programma, stabilendo chi propone, esamina e approva. Tutto questo, al momento, non c’è”.

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