Omicidio Giulia Tramontano, tracce di veleno per topi ma è morta dissanguata

La relazione del medico legale ha rivelato informazioni inquietanti sulla morte di Giulia Tramontano cui sarebbe stato somministrato veleno pur morendo dissanguata

MILANO – Nel sangue, nei capelli e nei tessuti di Giulia Tramontano così come sul feto, il piccolo Thiago, che portava in grembo, i medici legali durante gli esami autoptici hanno trovato tracce di bromadiolone, l’anticoagulante più tossico tra quelli annoverati nella categoria del veleno per topi.

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È quanto emerge nella relazione medico-legale sul corpo della 29enne originaria di Sant’Antimo nel napoletano, incinta al settimo mese del piccolo Thiago massacrata a coltellate lo scorso maggio. Secondo gli esperti non si può determinare se questo elemento è frutto «di più somministrazioni a basse dosi« o di un’unica più elevata. Ma sicuramente «nell’ultimo mese e mezzo», prima del delitto, c’è stato un incremento nella somministrazione da parte di Impagnatiello del veleno.

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GIULIA TRAMONTANO, VELENO OLTRE CHE COLTELLATE, MA È MORTA DISSANGUATA

Topicida che, comunque, non è stata la causa di morte di Giulia, uccisa con 37 coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello (secondo quanto emerso dalle indagini) e morta dissanguata come Thiago. Dalla relazione dei carabinieri emerge che l’indagato a partire dal dicembre 2022 ha fatto ricerche web per capire «quanto veleno è necessario per uccidere una persona» e da alcune chat, una con un’amica, Giulia si sarebbe lamentata di sentirsi «una pezza» dopo aver bevuto una bevanda calda.

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Una suggestione o forse un’avvisaglia impossibile da immaginare. Le ricerche, iniziate mesi prima dell’omicidio, potrebbero essere un elemento non da poco nel processo per l’aggravante di premeditazione.

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