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Napoli – Sono 1.110 i nuovi casi di coronavirus emersi nella giornata di ieri in Campania dall’analisi di 18.701 tamponi molecolari. La percentuale di tamponi positivi sul totale dei tamponi molecolari analizzati è pari al 5,93%. Nel bollettino odierno diffuso dall’Unità di crisi della Regione Campania sono inseriti 24 nuovi decessi, 19 dei quali avvenuti nelle ultime 48 ore e 5 avvenuti in precedenza, ma registrati ieri. Il totale dei decessi registrati in Campania da inizio pandemia è 6.773. I nuovi guariti sono 2.054.

In Campania sono 105 i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva, 1.285 i pazienti Covid ricoverati in reparti di degenza. L’apertura del vaccino ai 40enni, annunciata ieri dal Governo per lunedì prossimo, rischia di essere l’ultimo terreno di scontro tra la Regione Campania e il commissario per l’emergenza Covid, il generale Figliuolo. Un braccio di ferro, ormai quotidiano, che ha sullo sfondo i vaccini, quelle 200mila dosi che mancano all’appello e che la Campania reclama a gran voce. De Luca ne ha parlato ieri senza andare tanto per il sottile, come nel suo stile:

«Ho visto che ieri – ha detto visitando l’ospedale di Caserta – dal commissario nazionale si è detto: apriamo ai 40enni. Se nelle altre regioni, Liguria, Veneto, Emilia, vi erano più 80enni e 70enni, quando arriviamo ai 40enni vuol dire che ce ne sono di più in Campania. Oggi dovremmo avere più vaccini di altri, ma se ne sono dimenticati. È una guerra quotidiana per avere la stessa percentuale di vaccini». «Quindi sento che apriamo le vaccinazioni ai 40enni – ha aggiunto De Luca – ma i vaccini non ci sono. Noi abbiamo fatto delle cose come la vaccinazione delle isole anche non rispettando alcuni criteri demenziali dati dal commissario nazionale. Ma ricordo che in Campania dobbiamo fare almeno 9 milioni di somministrazioni e ogni mattina sento sul notiziario che arrivano 3, 4, 10, 50 milioni di vaccini».

Continua ad alleggerirsi la pressione sugli ospedali: i posti letto di terapia intensiva occupati sono 105 (-11), quelli di degenza 1.285 (-22). Dati in lenta ma costante decrescita, validi anche in vista di una modifica dei criteri di valutazione. «Io sono d’accordo sulla modifica – ha spiegato De Luca – l’Rt non può essere l’unico parametro, ma bisogna fare molta attenzione perché quando si modificano i criteri mi viene il dubbio che qualcuno voglia costruire un vestito a misura degli interessi di altri territori, non per la Campania ».

«Noi – ha proseguito nel ragionamento – siamo sempre molto prudenti, va bene la modifica e consideriamo come un fattore importante le terapie intensive e la degenza occupati. Rispetto a questi la Campania è la prima regione d’Italia, non abbiamo mai sforato il 30% dell’occupazione delle terapie intensive neanche nella seconda e terza ondata e abbiamo il minor numero di morti per Covid in base dalla popolazione. Quando si misurano i dati sull’occupazione delle terapie intensive – ha aggiunto – ci sono altre realtà che fanno giochi di prestigio. Per dimostrare che sono sotto il 30%, danno 300 posti in più disponibili».

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