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BENEVENTO – NAPOLI 1 – 2

BENEVENTO – Montipò 6,5 , Letizia 6,5 , Glik 6, Caldirola 6,5, Foulon 6 (64′ Maggio 6), Ionita 6, Schiattarella 6, Dabo 5,5 (64′ Improta 5), Insigne R. 6,5 (77′ Di Serio 6), Caprari 6,5 (53′ Tuia 6), Lapadula 6,5 (64′ Sau 5,5).In panchina: Lucatelli, Manfredini, Basit, Tello, Viola, Hetemaj, Pastina.All. Filippo INZAGHI 6,5

NAPOLI: Meret 6, Di Lorenzo 5,5 , Manolas 6, Koulibaly 6, Rui 5,5 , Ruiz 6 (87′ Lobotka s.v.), Bakayoko 6 (74′ Demme 6), Insigne L. 7 (88′ Ghoulam s.v.), Mertens 5 (58′ Petagna 6,5), Lozano 5 (58′ Politano 7), Osimhen 6.In panchina: Ospina, Contini, Malcuit, Maksimovic, Hysaj, Rrhamani.All. Gennaro GATTUSO 6,5

Arbitro: Doveri di Roma 5 – Guardalinee: Rocco e Affatato – Quarto uomo: PezzutoVAR: Valeri – Avar: PasseriMarcatori: 30′ Insigne R. (B), 60′ Insigne L. (N), 67′ Petagna (N)

NOTE: terreno in ottime condizioni in una giornata accompagnata dal sole per l’intero arco della gara. Spettatori presenti, il migliaio consentito dalle disposizioni governative. Ammoniti: Caprari (B), Foulon (B), Glik (B), Politano (N).Calci d’angolo15 a 3 per il Napoli. Recuperi: 2′ e 6′.

BENEVENTO – Napoli da 45′: il quarto successo, come accaduto a Parma, si materializza nella ripresa, mentre con il Genoa arrotondava il punteggio con cinque realizzazioni nel secondo tempo e con l’Atalanta, invece, diventava corposo nella prima frazione di gioco. Perché ? Gattuso non offre risposte concrete su questo tema, giustificando che i suoi avevano trovato poca velocità, poca profondità, quasi nulla la spinta sulle fasce, rientri sulla linea mediana del campo di Mertens molto rari, e la prevalenza di uomini di centrocampo , quasi sempre spalle alla porta avversaria. Altro enigma, la posizione di Lozano, che con l’assenza di insigne aveva giocato, e bene, realizzando anche reti di buona fattura, essendo relegato sulla destra, nonostante abbia mostrato disagio, è riuscito anche a procurarsi un sacrosanto rigore ( spinta evidente di Foulon), che il solo Doveri, non affiancato dal VAR, Valeri, ha deciso di non assegnare, ma il tutto fa presagire che molto probabilmente sarà Politano il designato ad occupare quella fascia, soprattutto perché è stato determinante nella rete del pari e, soprattutto, nel fornire l’assist a Petagna per marcare la segnatura della vittoria. Vittoria sì, ma sofferta, alla luce della tattica pensata ed attuata da Inzaghi, che con due assillanti francobollatori, come Dabo e Ionita, l’uno su Bakayoko, l’altro su Ruiz, ha un po’ appannato la parte pensante del centrocampo partenopeo, mentre Lapadula si infilava per vie centrali creando spazi per insigne e Caprari, che sulla fascia sinistra dell’attacco sannita, imperversavano trovando poco contrasto da Di Lorenzo e dallo stesso Lozano. Possibile che la compagine di Gattuso non riesca ad essere costante come rendimento per tutta la durata della partita? Ciò significa non sfruttare a pieno le caratteristiche di Osimhen, abile negli spazi larghi, non utilizzare una delle caratteristiche vincenti di queste prime giornate, il movimento senza palla, che facilita le incursioni di Mertens, le galoppate di Rui, le invenzioni di Ruiz, le verticalizzazioni, che tanto male hanno fatto agli avversari dei precedenti turni, olandesi dell’AZ a parte, fortunati e incredibilmente vittoriosi nel match di Europa League.  Sottolineare che i due Insigne, Roberto prima e Lorenzo poi, hanno infiammato il Vigorito, era da aspettarselo dopo i tanti complimenti che entrambi si erano scambiati alla vigilia, e rimarrà negli occhi dei familiari dei due, genitori compresi, l’entusiasmo che ha accompagnato la prima rete in serie A del più giovane, e contro la squadra che lo ha cresciuto, e la prova da dieci e lode del più famoso, che ha costellato i suoi quasi novanta minuti, di giocate di spessore, di un gol da manuale ( realizzarlo con il piede meno fatato, il sinistro…), di conclusioni respinte da un Montipò che aveva deciso di negargli il gol a tutti i costi. Una menzione particolare la merita il tecnico, che non solo avrà raddrizzato le idee ai suoi atleti nel corso di un intervallo “agitato”, ma effettuando le sostituzioni giuste al momento opportuno, inserendo Politano e Petagna per Lozano e Mertens, decisamente sotto tono e fuori dalla manovra che tanti risultati positivi aveva offerto: il primo ha movimentato l’out destro, l’altro partendo da posizione arretrata consentiva ad Osimhen di non sentirsi martoriato dalla doppia marcatura di Glik e di Schiattarella, sempre pronto ad intervenire in seconda battuta.

LA CRONACA. In partenza è abbastanza chiara la trama della partita con il Napoli già pronto a riversarsi nella metà campo del Benevento, la squadra di Inzaghi porta pressione aggressiva e lavora tutta sotto la linea della palla. 7′ Il Napoli sviluppa sulla sinistra con Lorenzo Insigne che favorisce l’inserimento di Mario Rui, il cross per la testa di Lozano che prova un assist per Osimhen, pallone impreciso. 14′ Prima conclusione del Benevento, calcio di punizione di Letizia, palla che supera la barriera ma finisce alta sopra la traversa. 17′ Napoli in gol con Osimhen ma l’attaccante degli azzurri era in fuorigioco: gol non convalidato.20′ Buona iniziativa del Benevento sulla sinistra con cross di Foulon e tentativo di Roberto Insigne, di testa, con palla che si spegne oltre la traversa di Meret. 22′ Il Napoli protesta per un possibile calcio di rigore per un intervento di Foulon su Lozano. Sull’out sinistro dei sanniti, le debolezze del Napoli, che alla lunga paga questa deficienza: Dabo conquista la sfera, palla a Caprari, che lancia Lapadula , l’attaccante va sul fondo e mette al centro dove Manolas respinge, il più lesto è Roberto Insigne che, ferma col destro e di sinistro fulmina Meret sul primo palo. 38′ Il Napoli prova a reagire, ancora un’iniziativa da sinistra con cross di Mario Rui, la palla finisce a Fabian Ruiz che in maniera scoordinata calcia ma ampiamente a lato. 43′ tiro cross di Lozano, la sfera sbatte sulle gambe di Caldirola e termina sul palo esterno. 44′ Napoli ancora vicino al pari: traversa di Manolas sugli sviluppi di un angolo battuto da Rui, e sulla ribattuta Caldirola, involontariamente, colpisce la sfera che sta per rotolare in rete, ma la evita spedendo in angolo. La ripresa è un monologo del Napoli, che trova un primo gol (47′) con Insigne su imbeccata di Ruiz, abile a conquistare la sfera dopo errori di Dabo e Schiattarella, ma il rientro dal fuori gioco di Insigne gli costa l’annullamento della rete; non passano che pochi minuti (59′) e si registra un’altra sventola di Lorenzino che Montipò respinge in angolo:  sul secondo angolo consecutivo, da Ruiz a Politano e palla per Insigne che supera Dabo e dal limite dell’area lascia partire una conclusione potentissima con il pallone che colpisce la traversa e rimbalza oltre la linea di porta. Questa volta rete convalidata. 67′ Attacca il Napoli che prova a ribaltare il match: ancora Insigne, questa volta di testa, manda alto oltre la traversa anticipando anche il compagno di squadra Osimhen. E’ maturo il gol del sorpasso, corre ancora il 67′ Ruiz lancia in corridoio Politano che in velocità scambia il pallone con Petagna, va sul fondo e restituisce la sfera all’indietro per l’attaccante che mette alle spalle di Montipò, le cui mani sono piegate dalla potenza del tiro. Politano cerca di mettere il sigillo alla partita, a pochi istanti dalla chiusura, ma il suo tiro dal limite scheggia la traversa, giusto ad interrompere il forcing del Benevento, con Maggio (84′) che di testa batte a colpo sicuro, ma incoccia nelle gambe di Demme, salvando Meret,  e con Sau, su calcio piazzato decretato, proprio nell’ultimo minuto di recupero, per fallo di Politano su Letizia, ma la battuta, a giro, trova Meret abile ad intervenire sul primo palo a respingere la conclusione indirizzata verso il sette. Festeggiano tutti gli azzurri a metà campo, al triplice fischio, ma non è stato semplice avere ragione di una squadra che aveva preso cinque reti dall’Inter ed altrettanti dalla Roma, ma che, come ha sottolineato Gattuso, nel post partita, non può assecondare chi la vede come favorita per lo scudetto, soprattutto in virtù di un comportamento altalenante nel corso della gara, e la continuità di rendimento lascia a desiderare.

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