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NAPOLI – Le intromissioni del “padrone” nelle questioni meramente tecniche, in un recente passato, hanno sortito l’effetto di scombussolare il percorso che la squadra stava compiendo tra enormi sacrifici, che rispondevano alle defezioni di atleti fondamentali per il gioco dell’allenatore, alle condizioni di salute di Gattuso, alle prese con malattia personale, ma è altrettanto vero che la dirigenza ha l’obbligo di guardare il bilancio, sperando di non depauperare il valore dei calciatori nell’ottica del mercato: la ragione, come sempre, stava e continua ad esserlo, nel mezzo, e non appena la buona sorte ha iniziato a voltare il suo sguardo verso gli azzurri, il sereno è tornato, purtroppo lasciando degli strascichi solo nel rapporto tra i due, che pur ignorandosi e fidando nel silenzio stampa imposto dalla società, hanno deciso, con buona pace dei tifosi, di pensare solo al bene del Napoli. I risultati si sono susseguiti e, fatta eccezione per lo stop con la Juventus, gli azzurri hanno inanellato buone prestazioni con il suffragio delle vittorie, ed ora la lotta per le posizioni di vertice, escludendo quella che ormai sembra, salvo stravolgimenti, appannaggio dell’Inter, entra nella fase decisiva.

Gli impegni dei partenopei, quello alle porte, con i nerazzurri di Conte, e infrasettimanale con la Lazio, entrambi al “Maradona”, determineranno le possibilità del team, che si presenterà agli sguardi di sostenitori e telecamere delle tv, con la nuova divisa, disegnata da Kappa e Burlon: entrambi gli appuntamenti sono di difficoltà non trascurabili, in quanto gli avversari hanno obiettivi cui non possono e non vogliono rinunciare. I primi per mantenere le distanze dall’unico possibile inseguitore, il Milan, di cui conoscerà il risultato ( avrà come avversario il Genoa in casa, alle dodici e trenta, mentre il match a Napoli avrà inizio alle venti e quarantacinque ), mentre i biancocelesti di Simone Inzaghi sono rientrati prepotentemente nella lotta Champion’s, dovendo tra l’altro recuperare una gara, e trovandosi immediatamente alle spalle del Napoli in graduatoria. E se ci lanciassimo in una tabella per le otto partite che restano per porre fine al campionato targato “pandemia”, essendosi disputate tutte le gare in assenza di spettatori ? Proviamo, per poi verificarne di volte in volta la rispondenza: per la presenza di scontri diretti, con la Juve che dovrà incrociare le armi con entrambe le milanesi, e per di più sul campo amico, ed anche con la Roma, il Milan anche con l’Atalanta, e questi ultimi proprio domenica prossima con i bianconeri, la quota per l’ultimo dei quattro posti per la Coppa dalle grandi orecchie, potrebbe attestarsi sui settantasette punti.

Come potrebbe arrivarci la squadra di Gattuso? Raccogliendo una vittoria ed un pareggio negli scontri con Inter e Lazio, per poi prendere due pareggi su due campi difficili, come Torino e La Spezia, e non trovando ostacoli per il successo pieno con Cagliari, Fiorentina, Udinese e Verona, con l’unico match in trasferta al Franchi contro i viola.

Diciotto punti e l’accesso alla Champion’s dovrebbe arridere ai partenopei. Ipotesi, solo e soltanto speranze riposte sulla carta, ma che attendono il responso del manto erboso, che rimane un’incognita, anche perché le vicissitudini sono sempre dietro l’angolo, come l’infortunio di Ospina, assente nella partita di domenica sera, in virtù del desiderio di non abbandonare il terreno di gioco, nel finale di Genova, quando il risultato era ancora in forse, per la paura presa per il gol subìto e poi annullato. Ma tant’è, e rimangono solo i dubbi se schierare dall’inizio un Mertens, ancora non in condizioni accettabili, attendere l’ingresso, a partita in corso, di Osimhen per “spaccare” la gara, come ci ha abituato nel periodo in cui aveva necessità di recuperare minutaggio nelle gambe; e dare fiducia sull’out sinistro, ad Hysaj o Rui, con il primo che non si è ancora ripreso dallo shock dei dribbling di Chiesa, che determinarono la prima rete allo Stadium nell’unica sconfitta degli ultimi due mesi.

De Laurentiis, che viene tirato in ballo su due pagine della “Gazzetta dello Sport” nella diatriba, ormai abbandonata , con l’allenatore ( forse per gettare veleno in un momento delicato per il campionato…ndr) ha preso posizione, e non con parole dolci, nei confronti di Dal Pino, presidente della Lega di serie A, trovando proseliti nei dirigenti di altre sei società (Atalanta, Fiorentina, Inter Juventus, Lazio e Verona), chiedendone il siluramento, e La possibilità di accusare in tribunale di mala gestio Dal Pino (che dovrebbe rispondere di propria tasca) va letta come un modo per azzerare la trattativa coi Fondi.

O quantomeno, per togliere dal tavolo la clausola, capestro per i club, inserita nella bozza di accordo della media company: se il campionato dovesse essere stravolto (per l’istituzione della Superlega o una Champions troppo invadente) le società dovrebbero pagare una penale. Rimossa quella, il dialogo potrebbe anche riprendere. Ovviamente non raggiungendo il quorum, fissato a quattordici voti (ne conterebbero tredici ndr), si paventerebbe la paralisi. Se non si troverà un compromesso, c’è anche l’ipotesi di commissariamento della Lega da parte della Figc. Una prospettiva che non piace a nessuno.

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