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NAPOLI. Poteva e doveva essere una passeggiata, un allenamento supplementare, la gara dell’Arechi di Salerno, stante la differenza abissale tra i due organici e il distacco di oltre venti punti in classifica: così non è stato, e le spiegazioni sono molteplici, purtroppo non incoraggianti per il mese di gennaio per le note defezioni dei “colored”. Giocare con Osimhen è tutt’altro tipo di modulo, l’allenatore ed i compagni riconoscono la duttilità, la forza fisica, lo scatto, la corsa del nigeriano, per cui risulta semplice lanciare il pallone nella sua zona di competenza per farne scaturire un pericolo per la difesa avversaria ( ne sono valide testimonianze i rigori generati da sue azioni nell’area del Bologna nell’ultima partita casalinga ndr), mentre con Mertens o con Petagna al posto della “chioma dorata”, l’azione deve svilupparsi con una serie infinita di passaggi per mettere in condizione l’uno o l’altro di poter concludere, e, prova lampante, il tabellino delle conclusioni azzurre nella partita di ieri, a contarsi sulle dita di una mano, addirittura nessuna nello specchio della porta dei padroni di casa, nella prima frazione di gioco. Certo, il belga non ha lo smalto dei tempi migliori, non ha ancora nelle gambe il ritmo partita, trova difficoltà a dialogare negli spazi stretti, e Lozano non è chiaramente l’Insigne che ti libera con un’invenzione, che rende efficace i “tagli” cui ci ha abituato Mertens.

Mancano ancora due mesi per rinunciare alle acrobazie di Osimhen, intanto l’assenza dovuta al fastidio muscolare, che si perpetuerà per l’intera settimana, marcando visita sia in Europa League e, forse anche contro il Verona nel prossimo match al Maradona, segnala che bisogna attrezzarsi per tempo e trovare soluzioni adeguate, non rischiare troppo rinunciando a uomini cardine della squadra ( non è stato, come sosteneva nel pre gara, Spalletti, un problema di natura interna a generare la panchina per Insigne, ma un problema fisico, come invece sostenuto dal trainer a fine gara, data l’insistenza della domanda posta dai giornalisti, sul mancato utilizzo del capitano, e in risposta alla quale, si è lasciato andare ad un’espressione “pesante” e ad un’offesa per la “libertà di stampa” invocata per creare ad arte, dei presupposti per minare la serenità dello spogliatoio ndr). Regalare ad una squadra di valore al di sotto della media del massimo campionato di calcio, ha determinato delle sofferenze, soprattutto dopo l’espulsione di Koulibaly, mai impensierito per la scarsa consistenza offensiva della Salernitana, e in difficoltà, invece, per fermare Simy, lanciato alla perfezione da Ribery, unico elemento di valore del team allenato da Colantuono, e farsi mostrare il rosso da un incerto Fabbri e da un disattento Banti (Var della partita): un errore simile può costare caro, e imporrà a Spalletti di rivedere l’intero organico da opporre all’Hellas, sia in difesa che all’attacco, trovandosi nella situazione di gennaio, quando mancheranno Osimhen, Koulibaly ed Anguissa, con quest’ultimo che ormai rappresenta il centrocampista ideale per consentire a Ruiz di comandare il gioco, di essere il fulcro della manovra, e lui stesso un catalizzatore di palloni da smistare per gli inserimenti di Rui ( ancora una volta dal suo piede è partito il cross dal quale è nata l’azione del gol ) e Di Lorenzo, che, e lo sottolineiamo a caratteri cubitali, è un instancabile lottatore ( è stato lui, con un colpo di testa, trovandosi giustamente sulla linea di porta, a respingere la punizione al bacio di Ribery, determinata dal fallo del senegalese).

Recupererà Manolas per domenica? Sposterà Di Lorenzo a far coppia con Rrahmani, e inserendo Zanoli o Ghoulam? Spazio a Petagna, determinante ancora una volta con il suo ingresso e la traversa colpita, sulla cui ribattuta Zielinski ha messo a segno la rete della vittoria? E contro il Legia, giovedì per l’Europa League, prove di formazione oppure giocarsela per non lasciare incompiuta la rincorsa al primo posto del girone? Interrogativi che Spalletti starà sottoponendo al suo cervello, e che devono trovare risposta non dal nervosismo che ha palesato a fine gara, ma dalla serenità che saputo infondere nei giocatori, non perdendo il self control che è stato macchiato nello scontro verbale con Allegri, dopo Napoli-Juventus dello scorso settembre, e nella conferenza stampa di ieri sera….

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